direzione artistica e coreografia Paolo Mangiola
in collaborazione con i danzatori
Tara Dalli, Mathilde Lin, Keith Micallef
Nicola Micallef, Stefaan Morrow, Abel Hernández González
Thibault Rousselet, Simon Van Heddegem, Emma Walker
artista visivo Austin Camilleri
partitura originale Veronique Vella
musiche dal Voyager Golden Record:
I suoni della Terra in 55 lingue diverse
Thakrulo, Gerogian Soll
Man’s house song Papa New Guinea
String Quartet No 13 in B Flat Major
Ludwig van Beethoven
disegno luci Ismael Portelli costumi Luke Azzopardi
drammaturgia Sergiu Matis
produzione ŻfinMalta National Dance Company
PRIMA ITALIANA
Quarantuno anni fa, l’astronomo e astrofisico americano Carl Sagan ha avuto l’idea di inviare una capsula del tempo nello spazio per fornire un’istantanea della diversità, dei suoni, dei sentimenti e dei pensieri della Terra attraverso 116 immagini indirizzata ad altre forme di vita possibili. Lanciato sulla navicella spaziale Voyager nel 1977, il Golden Record, placcato in oro e con custodia in alluminio avrebbe dovuto rimanere intellegibile per oltre un miliardo di anni, rendendolo l’oggetto mai creato dalle mani dell’uomo.
Affascinato dal lavoro di Sagan, il direttore artistico della ŻfinMalta National Dance Company, Paolo Mangiola, si è domandato che cosa la NASA avrebbe inviato nello spazio se avesse ripetuto lo stesso esercizio oggi. Come rappresenteremmo il nostro passato, il nostro presente e le nostre speranze per il futuro? Come sarebbero gli elementi archiviati in esso? Come li selezioneremmo? In breve, cosa un disco d’oro produrrebbe se fosse proiettato su un altro pianeta nel 2019?
Sono cresciuto negli anni ’80, in un momento in cui l’esplorazione dello spazio era nella mente di tutti e il termine ‘fantascienza’, già utilizzato allora da molti ha fornito a noi bambini dell’epoca l’ispirazione e un futuro misterioso in cui perderci. Ero e sono ancora affascinato dall’universo e l’idea di creare un lavoro basato sulla sonda spaziale della NASA Voyager, sui suoi risultati e l’ambizioso Golden Record (Disco d’oro) – una sorta di capsula temporale inserita a bordo di Voyager con l’intento di comunicare la storia del nostro mondo a eventuali forme di vita extraterrestri – divenne una questione di urgenza. Movimento e danza possono comunicare in un modo che va oltre la comprensione lineare e le parole, e ho sentito che questo argomento complesso meritava di essere esplorato attraverso la coreografia. Tutto può essere ballato e coreografato. Non si tratta di tradurre o interpretare un concetto ma piuttosto, usando l’idea come fertile terreno per la ricerca che attinge a qualcosa di più profondo, scoprirne la novità che ‘muove’ il pubblico. La sfida offre un lavoro a più strati; un paesaggio di possibilità su cui tutti possiamo riflettere. Mi piace pensare che la danza può portarci a un diverso livello di comprensione. Il pezzo segue un chiaro viaggio, che è ‘leggibile’ da due distinte e diverse prospettive, interdipendenti le une dalle altre. Una è il viaggio dei due Voyagers, dalla costruzione, alla raccolta di dati da diversi pianeti, il momento in cui le sonde se ne vanno nel sistema solare ed entrano nello spazio interstellare. L’altro viaggio segue la selezione cronologica di immagini, suoni e oggetti inviata attraverso il Golden Record. Questi due percorsi hanno creato l’intera struttura di Voyager e i ballerini navigano attraverso essa con lo scopo di comunicare, trasmettere ed esplorare. Sul palco i loro corpi hanno più funzioni che operano attraverso un sistema interdipendente, diventando i vari paesaggi che esplorano. Voyager è un pezzo sullo sforzo umano e l’urgenza di conoscerci di più. È sul nostro pianeta e sul modo in cui lo trattiamo. In un momento in cui stiamo diventando sempre più consapevoli del nostro ruolo di abitanti della terra – il piccolo punto blu pallido, come l’astronomo Carl Sagan lo ha chiamato – Voyager mira a portarci in uno spazio in cui possiamo riflettere sulle nostre scelte e azioni. In definitiva il pezzo aspira a offrire una piattaforma per contemplare la preziosità della vita e quanto questa sia complessa e unica. Paolo Mangiola
CIVITANOVA MARCHE_TEATRO ROSSINI 13 luglio 2019 ore 21.30
BIGLIETTI SINGOLI
I settore 15 euro | ridotto* 12 euro
II settore 12 euro | ridotto* 10 euro
III settore 10 euro | ridotto* 8 euro
*giovani fino a 24 anni, iscritti scuole di danza, possessori di #CARNET5 per gli spettacoli non inclusi in abbonamento e convenzionati vari
in prevendita QUI o tramite Call Center 0712133600
#FESTIVALNELFESTIVAL
3 spettacoli, intera giornata del 13/07
25 euro | ridotto* 18 euro
INFO E PREVENDITE
Teatro Rossini 0733812936 tutti i giorni [domenica esclusa, tranne se giorno di spettacolo] 18.30 – 20.30;
nei giorni di spettacolo presso i teatri di riferimento da un’ora prima dell’inizio