Un’importante coproduzione internazionale venerdì 19 aprile al Teatro Sperimentale per Pesaro Capitale italiana della cultura 2024 con il debutto in anteprima nazionale di Hairy balletto per quattro ballerini e “i loro capelli” del coreografo lituano Dovydas Strimaitis, di base tra Francia e Belgio. Lo spettacolo debutta a Pesaro al termine di una residenza di allestimento realizzata nell’ambito di RAM Residenze artistiche marchigiane finanziate dalla Regione Marche e dal MiC ed è proposto nel cartellone di TeatrOltre, festival ideato e realizzato all’insegna della multidisciplinarietà dall’AMAT con il Comune di Pesaro e altri comuni del territorio.
Hairy è un pezzo che letteralmente girare la testa nel quale i capelli volano, si agitano, frustano l’aria o semplicemente ricadono immobili. Un vero e proprio omaggio alla libertà che con impressionante potenza è ricco di riferimenti culturali identitari e storici della danza.
I capelli sono una delle poche parti del corpo umano (accanto al seno femminile e ai genitali maschili) che non è possibile muovere volontariamente e direttamente. Mentre noi possiamo muovere le braccia o le gambe e isolare questi movimenti dal resto del corpo, non possiamo fare lo stesso per i capelli. L’unico modo per creare un movimento dei capelli è muovere un’altra parte del corpo che attraverso ciò dà la spinta per trasmettere il movimento ai nostri capelli. Questo significa che non abbiamo nessun controllo sul non muovere i nostri capelli. La coreografia e la danza, d’altro canto, possono essere viste come un’arte di (auto)controllo fisico. L’abile padronanza dei movimenti del corpo è l’obiettivo di tutte le tecniche di danza. Ecco perché la coreografia dei capelli ha in sé una tensione drammatica intrinseca sollevando la domanda su come controllare l’incontrollabile. Questa tensione è il punto di partenza di Hairy. La coreografia per capelli mette in discussione anche la definizione di danza. È una forma d’arte destinata esclusivamente al movimento del corpo umano? Possiamo chiamare danza il movimento di oggetti inanimati? Una disposizione abituale di una danza sono i ballerini come soggetti e lo spazio come contesto. L’attenzione sui capelli, che non è ancora spazio, ma non è parte del corpo, inverte questa dicotomia, permette di vedere lo spazio come soggetto e gli artisti come contesto di questo argomento.
In generale i capelli agiscono come un forte tratto della personalità. I capelli come identità sono visibili anche se guardiamo alla storia della danza. In tutta la tradizione della danza occidentale, i capelli sono sempre stati un chiaro segno di appartenenza alle intenzioni di un coreografo. Ad esempio, nelle opere di balletto classico, i capelli lunghi sono sempre raccolti in uno chignon. Isadora Duncan, invece, portava spesso i capelli sciolti – lei accoglieva ogni movimento umano, soprattutto quello che considerava naturale. I lunghi capelli sciolti, che sono il fulcro centrale dell’opera, hanno un significato simbolico molto forte nella società occidentale e il movimento dei capelli ha inevitabilmente in sé un’essenza lirica e melodrammatica.
I danzatori in scena sono Line Branchereau, Benoit Couchot, Lucrezia Nardone, Hanna-May Porlon, design luci Lisa M. Barry, musiche originali composte da Julijona Biveinytè, produttore Alix Ruyant. La produzione dello spettacolo è di Still Waiting, coproduzione Théâtre de la Ville, New Baltic Dance Festival, Montpellier Danse e NeufNeuf festival con il supporto dell’Ambasciata lituana in Italia.
Informazioni e biglietti presso Teatro Rossini 0721 387621, circuito AMAT/vivaticket anche onlineTeatro Sperimentale 0721 387548 il giorno di spettacolo. Inizio spettacolo ore 21.