di William Shakespeare
traduzione Antonio Mazzara
diretto e interpretato da Jurij Ferrini
con Rebecca Rossetti
e Paolo Arlenghi, Marita Fossat, Michela Gioiella
Agnese Mercati, Federico Palumeri, Stefano Paradisi, Michele Puleio
assistenti alla regia Sonia Guarino, Claudia Tura
luci e suono Gian Andrea Francescutti.
coreografie Rebecca Rossetti
costumi Monica Cafiero
maschera Paola Caterina D’Arienzo
produzione Progetto U.R.T.
in collaborazione con 55° Festival Teatrale di Borgio Verezzi
In Sogno di una notte di mezza estate, passione e inganno si avviluppano in modo assurdo e repentino per poi dipanarsi come d’incanto. Realtà e irrealtà giocano a fondersi e a confondersi insieme in una folle notte d’estate governata dal capriccio di Amore, la forza più potente e misteriosa del mondo.
Sogno di una notte di mezz’estate è sicuramente una delle più famose commedie del teatro elisabettiano.
E si sa che in ogni epoca storica e, addirittura, in ogni momento della vita di un interprete una stessa storia può prendere sfumature, echi o letture diverse. Quindi il problema non è tanto presentare l’opera in sé, narrando le vicende dei quattro innamorati che si inseguono in un bosco incantato, popolato dalle fate, dal loro re Oberon con quel pasticcione del suo servo, il celebre Puck, e dalla regina Titania; e forse non serve neppure ricordare gli artigiani che, come in una filodrammatica di paese, proprio in quel bosco, allestiscono un improbabile dramma classico, soggiogati dalla incontenibile esuberanza di Nick Bottom, tessitore ed attore amatoriale, il quale ama il teatro al punto da farlo letteralmente a pezzi.
La vera domanda è: cosa può raccontarci oggi questa splendida favola? Mi pare che il perno centrale di una lettura moderna di quest’opera sia il mistero della tempesta biologica dell’innamoramento, una sequenza biochimica di emozioni che per durata ed effetti vince su qualsiasi altra droga, più o meno naturale. L’amore è un vero mistero. Gli antichi avevano immaginato un bimbo alato, capriccioso e bendato che scoccava frecce nel cuore di chi doveva innamorarsi: Cupido. Ma il rapporto di questo testo con la biologia non finisce con la tempesta biochimica dell’amore; i continui litigi tra Oberon e Titania stanno mandando fuori sesto la natura, la sua armonia. I loro alterchi stanno mettendo in serio pericolo il clima del pianeta, con conseguenti catastrofi a noi molto familiari: quali esondazioni di fiumi, carestie e pestilenze in varie parti del pianeta. E che dire dell’eccessivo amore per il teatro che appassiona la scalcagnata compagnia di dilettanti? Si tratta di passione, appunto.
Questo è un testo di giovani che parla ai giovani; giovani nel pieno delle loro tempeste ormonali; penso che mai Shakespeare avrebbe immaginato che giovani di altre epoche, successive alla sua, così lontane nel tempo, si sarebbero messi a marciare non per una guerra, ma per cercare di rimettere in equilibrio la natura. Mi riferisco ai movimenti spontanei sorti per difendere la nostra stessa sopravvivenza sul pianeta, un tema complesso con un corollario di problematiche che toccano le incredibili diseguaglianze sociali ed economiche tra i popoli della terra. I giovani di oggi marciano. Non credono più nelle favole, ma sono pienamente consapevoli della meno divertente e molto pragmatica avidità umana. È a loro, a chi resterà dopo di noi, a chi vedrà la fine di questo secolo, che mi piacerebbe dedicare questa nostra fatica. A loro mi piacerebbe dedicare questo Sogno. La velocità del progresso tecnologico mi impedisce di immaginare come saranno quei giovani verso la fine del XXI secolo.
Mi guardo intorno e li vedo pieni di passione per la vita, che quando si innamorano lo fanno perdutamente, che hanno un futuro ancora tutto da costruire e penso saranno migliori di noi. Questo è sicuro. Io ci credo davvero. E questo infiamma di passione anche me e i miei compagni. Questa passione si trasformerà in puro divertimento, con la nostra consueta semplicità. Era un testo che presto o tardi avremmo dovuto incontrare. Ed eccoci qui. Con un sogno… di una notte di mezza estate… pieno di speranza per il futuro. Jurij Ferrini
FABRIANO_TEATRO GENTILE venerdì 13 dicembre ore 21
Biglietti da 8 a 25 euro in prevendita QUI
BIGLIETTERIA TEATRO GENTILE 0732 3644
aperta due giorni precedenti lo spettacolo dalle ore 16 alle ore 19
il giorno di spettacolo serale dalle ore 19
il giorno di spettacolo pomeridiano dalle ore 16
INFO AMAT 071 2072439
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