Sabato 26 e domenica 27 gennaio torna ad aprirsi il sipario sulla stagione di prosa del Teatro dell’Aquila di Fermo promossa dal Comune con l’AMAT. Al termine di una residenza di allestimento debutta in prima italiana il capolavoro di Molière Misantropo – nella traduzione di Cesare Garboli – che rivive nei volti e nei gesti di Giulio Scarpati (Alceste) e Valeria Solarino (Célimène), protagonisti di una commedia amara con Blas Roca Rey (Filinto) diretta dalla sapiente regia di Nora Venturini e prodotta da Gli Ipocriti. Melina Balsamo.
Dopo Fermo, lo spettacolo sarà ancora in scena nelle Marche il 29 gennaio al Teatro Feronia di San Severino Marche (ore 20.45).
“Il Misantropo è la storia di un uomo che vuole avere un incontro decisivo con la donna che ama e che alla fine di un’intera giornata non ci è ancora riuscito”. “Le parole con cui Louis Jouvet riassumeva il capolavoro di Molière, quando le ho lette per la prima volta – afferma Nora Venturini – mi hanno fatto sorridere, interpretandole come una battuta ironica del grande uomo di teatro. In realtà colgono un elemento niente affatto riduttivo e spesso trascurato o messo in ombra a favore del tema politico dell’uomo onesto e sincero in lotta contro la corruzione e l’ipocrisia della società. L’aspetto privato, in questo capolavoro che si muove sempre in equilibrio tra commedia e tragedia, è altrettanto importante dal punto di vista teatrale, di quello sociale, perché ne evidenzia il fattore umano, e dalla corte del re Sole lo porta dritto a noi. Nella sua urgenza di parlare con Célimène, che gli sfugge e evita il confronto, nel suo bisogno di chiarirsi, di fare piazza pulita di ogni ambiguità, Alceste è un personaggio estremamente moderno. È un uomo che in modo vagamente masochista si ostina ad amare la donna sbagliata, quella che è il suo opposto in tutto, nello stile di vita, nella visione etica, nel senso dell’amicizia e dei rapporti sociali. E lo stesso vale per Célimène nei confronti di Alceste, quando dichiara di preferirlo agli altri pretendenti. È proprio la loro differenza la molla che li spinge uno verso l’altra: signora dei salotti lei, mondanamente attorniata dalla sua corte, intellettuale duro e puro lui, rigido negli scontri filosofici con l’amico Filinte, così assoluto da apparire eroico e nello stesso tempo ridicolo. Attorno a loro, a raccontarci il mondo che Alceste detesta e Célimène padroneggia, un carosello di prototipi umani, parodie attualissime dei vizi e dei difetti dell’alta società. Allora se Alceste è “nostro contemporaneo” nella sua indignazione impotente e donchisciottesca contro la falsità e la corruzione, sono “nostri contemporanei”, tragici e comici insieme, anche Alceste e Célimène come coppia sentimentalmente impossibile: non si capiscono ma si amano, si sfuggono ma si cercano, si detestano ma si desiderano. Sono un uomo e una donna di oggi, con torti e ragioni equamente distribuiti, protervi nel non cedere alle richieste dell’altro, non disposti a rinunciare alle proprie scelte di vita, in perenne conflitto tra loro. Nei loro difetti possiamo a turno ritrovarci e riconoscerci; e ne ridiamo, guardandoci allo specchio. Due protagonisti di una commedia amara in cui non è previsto l’happy end”.
Completano il cast dello spettacolo Anna Ferraioli (Arsinoè), Matteo Cirillo (Oronte, Basco, Du Bois), Federica Zacchia (Eliante), Mauro Lamanna (Acaste) e Matteo Cecchi (Clitandro). La scena è di Luigi Ferrigno, i costumi di Marianna Carbone, le luci di Raffaele Perin e le musiche di Marco Schiavoni.
Per informazioni: biglietteria del teatro 0734 284295. Inizio spettacolo: sabato ore 21, domenica ore 17.