Si apre il sipario venerdì 25 ottobre al Teatro Rossini di Pesaro sulla nuova stagione di danza, giunta alla sesta edizione, promossa dal Comune di Pesaro con l’AMAT e con il contributo di Regione Marche e MiBACT.
L’inaugurazione è con il Balletto di Roma e Fabrizio Monteverde, esponente di una generazione di talenti esplosa negli anni Novanta, coreografo che svolge da oltre trent’anni un lavoro di elaborazione stilistica e drammaturgica che ne rende il segno unico e riconoscibile. Dopo capolavori come Giulietta e Romeo, Otello, Bolero, Cenerentola, Il Lago dei Cigni ovvero il Canto, ora è la volta di Io, Don Chisciotte.
Alla fine dello spettacolo torna anche Stop! Visioni intorno alla danza, un invito rivolto allo spettatore affinché possa fermarsi, condividere le proprie sensazioni o semplicemente lasciarsi guidare dal critico di danza e giornalista Silvia Poletti tra le sfumature dello spettacolo appena visto.
A Pesaro la compagnia terrà anche una masterclass gratuita per gli allievi delle scuole di danza delle città, un’occasione preziosa di formazione per quanti praticano e amano la danza nelle sue diverse espressioni.
Fabrizio Monteverde, coreografo che da oltre trent’anni svolge un lavoro di elaborazione stilistica e drammaturgica che ne rende il segno unico e riconoscibile, rilegge in chiave coreografica un’altra pagina della letteratura mondiale, il capolavoro del Siglo de oro. In questa versione del romanzo spagnolo di Cervantes il protagonista non smette di incarnare la doppiezza, la “con-fusione” degli opposti. Al centro della scena, senza un significato presunto univoco, ci sono i rottami di una macchina abbandonata, cavallo da corsa dei nostri giorni, simbolo di un mondo in trasformazione continua. Sempre in bilico tra intenzioni logiche, razionali, ben espresse e azioni assurde, temerarie, Don Chisciotte, con il suo sguardo strabico sulla realtà, conquista la gloria attraverso avventure sconnesse e poco calcolate, imponendo la propria illusione sulla realtà. L’errore è verità e la verità è errore in una società che, soprattutto per un Don Chisciotte poeta, folle, mendicante come quello immaginato da Monteverde, è alla rovescia. Il mondo, del resto – così come la scena –, è sempre diverso in base al punto di vista da cui lo guardiamo e la verità si manifesta solo nella libertà di muoversi al suo interno, una libertà incondizionata che testimonia l’inseguimento di un sogno, la ricerca del proprio io bambino, il desiderio infinito di amare. Io, Don Chisciotte, rappresenta la rivincita del senso “individuale” contro il dominio dell’astratta “universalità” delle leggi umane. Quel che la danza testimonia come imprescindibile è che l’azione dell’uomo non trova mai “un fine” e neppure “una fine” in senso assoluto, perché in fondo il bello – dice Don Chisciotte – “sta a impazzire senza motivo!”.
Coreografia, regia e scene sono di Fabrizio Monteverde, le musiche di Ludwig Minkus, i costumi di Santi Rinciari, assistente alla coreografia Anna Manes, Sarah Taylor, light designer Emanuele De Maria. Lo spettacolo è prodotto da Balletto di Roma, direzione artistica Francesca Magnini, direttore generale Luciano Carratoni, con il contributo di Regione Lazio. La danza è affidata a Riccardo Ciarpella, Azzurra Schena, Roberta De Simone, Paolo Barbonaglia, Cecilia Borghese, Lorenzo Castelletta, Emma Ciabrini
Matteo Giudetti, Mateo Mirdita, Kinui Oiwa, Michele Ruggiero, Giulia Strambini.
Informazioni e biglietti: biglietteria del teatro 0721 387621. Inizio spettacolo ore 21.