Scritto tra il 1941 e 1942, Lungo viaggio verso la notte di Eugene O’Neill arriva in scena al Teatro Rossini di Pesaro dal 20 al 23 febbraio con Gabriele Lavia, che firma anche la regia, e Federica Di Martino.
Lo spettacolo è proposto nella stagione teatrale promossa dal Comune di Pesaro e dall’AMAT, con il contributo di Regione Marche e del Ministero della Cultura.
«Long day’s journey into night – scrive Gabriele Lavia nelle note di regia – è il titolo che Eugene O’Neill dà alla sua opera centrale, alla sua opera-confessione (il padre di O’Neill era stato un attore di grande successo, come il protagonista della sua opera teatrale). La casa-prigione della “famigliaccia” che O’Neill ci racconta, in fondo, è proprio casa sua. E qui sta il cammino tortuoso di una possibile messa inscena-viaggio di quest’opera, davvero amara, scritta da O’Neill ormai vicino alla morte per fare “un viaggio all’indietro” nella sua vita. Un viaggio impietoso dentro l’amarezza di un fallimento senza riscatto. Le vite degli uomini sono fatte di tenerezza e violenza. Di amore e disprezzo. Comprensione e rigetto. Di famiglia e della sua rovina».
Nella campagna del Connecticut la famiglia Tyrone, padre, madre e due figli, resta bloccata tutto il giorno in casa da un prolungato e violento maltempo. James è un attore in declino, la moglie Mary una donna distrutta dalla morfina, il figlio maggiore Jamie alcolizzato e disadattato. L’inesorabile e lento viaggio di un giorno verso la notte che lo inghiotte è metafora del lento e inesorabile disgregarsi di quel nucleo familiare che nella forzata coabitazione farà i conti con frustrazioni e rancori accumulati e fin qui repressi. Il figlio minore Edmund, appena tornato a casa dopo un’esperienza da marinaio e deciso a intraprendere la carriera di scrittore, assisterà impotente alla rovina.
Considerato il capolavoro del drammaturgo statunitense, è la più autobiografica delle opere di O’Neill. Scritto tra il 1941 e il 1942, l’autore fece un accordo con la casa editrice Random House, depositaria del manoscritto, di non pubblicarlo o metterlo in scena per almeno venticinque anni dopo la sua morte. Ma gli eredi riuscirono ad aggirare il vincolo e nel 1956, tre anni dopo la morte dello scrittore, debuttò in prima assoluta a Stoccolma, e nel 1957 vinse il Premio Pulitzer per la drammaturgia, il quarto per l’autore ed il primo postumo nella storia del premio. Numerose furono le messe in scena in tutto il mondo, la prima in Italia nel 1957 al Teatro Valle di Roma a cura di Renzo Ricci. Nel 1962 Sidney Lumet ne diresse il primo adattamento cinematografico con Katharine Hepburn e Ralph Richardson.
Sabato 22 febbraio alle ore 17 presso la Sala della Repubblica del Teatro Rossini per Oltre la scena la compagnia incontrerà il pubblico.
Completano il cast dello spettacolo – prodotto da Effimera e Fondazione Teatro della Toscana– gli attori Jacopo Venturiero, Ian Gualdani e Beatrice Ceccherini, le scene sono di Alessandro Camera, i costumi di Andrea Viotti, le musiche di Andrea Nicolini, le luci di Giuseppe Filipponio e il suono di Riccardo Benassi, la traduzione del testo di Bruno Fonzi e l’adattamento di Chiara De Marchi.
Informazioni e prevendite: Teatro Rossini 0721 387621 e biglietterie circuito AMAT/vivaticket (anche on line). Inizio spettacoli ore 21, sabato ore 19, domenica ore 17.