Con Mephisto. Romanzo di una carriera, dal libro più famoso di Klaus Mann, con Ian Gualdani, Woody Neri, Anahì Traversi, Giuliana Vigogna e la voce (dell’autore e di Amleto) di Lino Musella, diretti da Andrea Baracco si inaugura giovedì 10 ottobre e fino a domenica 13 ottobre la sezione in abbonamento della Stagione Capitale del Teatro Rossini di Pesaro capitale italiana della cultura 2024 nata dalla rinnovata collaborazione tra Comune di Pesaro e AMAT, con il contributo di Regione Marche e Ministero della Cultura.
«Succede con i libri come con le persone, gli incontri non sono programmabili. Così è accaduto con Mephisto, romanzo di una carriera di Klaus Mann – racconta Andrea Baracco -. Si è presentato tanto inaspettatamente quanto potentemente. Forse per il periodo storico in cui è immerso, la Germania che si prepara alla Seconda guerra mondiale, o forse perché costringe a fare i conti con le debolezze, le ambizioni, i compromessi in cui, a volte, ci si ritrova coinvolti malgrado tutto, anche malgrado noi stessi. In Mephisto coesistono due storie, una è la storia nel romanzo, quella orizzontale, la fabula; l’altra è la storia del romanzo, tra infinite censure politiche e processi decennali. Ed entrambe hanno un che di eccezionale».
Il romanzo racconta l’ascesa dell’attore Hendrik Höfgen che, nella Germania nazista, scivola tra le braccia del regime per un’incapacità caratteriale a opporsi agli eventi. È la parabola di un uomo debole che non riesce a fermarsi in tempo prima di oltrepassare la soglia della decenza oltre la quale troverà, nitide, le sagome di Hitler, di Göring, di Goebbels. In Germania è stato a lungo impossibile pubblicare il romanzo scritto nel 1936. Klaus Mann, figlio di Thomas, era omosessuale dichiarato, esule per le sue idee politiche e per l’orientamento sessuale. Il personaggio di Höfgen è ispirato alla figura del cognato, l’attore Gustaf Gründgens, marito della sorella Erika. Il libro fu pubblicato per la prima volta nel 1956 a Berlino Est e solo molti anni dopo nella Repubblica Federale Tedesca. Ad opporsi in tribunale fu Peter Gorski, amante di Gründgens da cui fu successivamente adottato, che ritenne il romanzo lesivo dell’immagine e della memoria del padre, morto nel 1963.
«Grazie a un’invidiabile capacità camaleontica – prosegue Baracco -, Gründgens riuscì non solo a sopravvivere egregiamente alla caduta del nazismo, a cui doveva l’invidiabile ascesa, ma addirittura riuscì a ricollocarsi fino a diventare uno degli uomini di cultura più illustri della Germania post bellica. E proprio per questo sia gli editori che i giudici, di quello che è stato uno dei processi letterari più importanti e controversi del ‘900, hanno preferito difendere la memoria dell’attore Gründgens, che quella dell’autore Mann».
L’adattamento del testo è curato dallo stesso Baracco con Maria Teresa Berardelli. Le scene e i costumi sono di Marta Crisolini Malatesta e Francesca Tunno, suoni e musiche di Giacomo Vezzani, video di Luca Brinchi e Daniele Spanò, disegno luci di Orlando Bolognesi. La produzione dello spettacolo è di MAT-Movimenti Artistici Trasversali, con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Toscana , Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, in collaborazione con Fondazione Festival Pucciniano.
Sabato 12 ottobre alle ore 17 presso la Sala della Repubblica del Teatro Rossini per Oltre la scena la compagnia incontrerà il pubblico.
Informazioni e prevendite: Teatro Rossini 0721 387621 e biglietterie circuito AMAT/vivaticket (anche on line). Inizio spettacoli ore 21, sabato ore 19, domenica ore 17.