Teatro Rossini_Sala della Repubblica ore 17
HÉCTOR PLAZA & KIKO LÓPEZ
LO QUE LOS ÁRBOLES NO CUENTAN
danzatori Héctor Plaza, Kiko López
Lo que los árboles no cuentan è un pezzo di strada che inizia in uno di quei momenti in cui pensi e… È interessante vedere gli alberi come se fossero persone e le persone come se fossero alberi. Hanno visto il mondo passare e si sono adattati nel tempo, lentamente ma fermamente, proprio come gli alberi sembrano creare il loro mondo interiore, proprio come le persone. Attraverso la danza, osserviamo gli alberi e la natura, confrontandoci con loro come individui, riflettendo sui punti in comune che condividiamo come esseri viventi.
Sala della Repubblica ore 18
ALESSANDRA E ROBERTA INDOLFI
IO. TU. IO E TE. TU ED IO. NOI. LORO. NOI E LORO.
coreografe ed interpreti Alessandra e Roberta Indolfi
musica Undular – Caterina Barbieri
crediti foto Marina Alessi
[durata 16 minuti]
Siamo state la stessa persona, siamo state la stessa carne, siamo state lo stesso respiro, e poi qualcosa ha deciso che quell’uno non bastava, che da quell’uno dovesse nascere un’altra vita. Siamo figlie e madre l’una dell’altra. Siamo state generate dalla nostra stessa carne. Siamo nate due volte. Ora siamo due, in vita, con le stesse sembianze fisiche e con tutto il nostro errare, incespicare e lottare con ciò che non possiamo controllare: la nostra origine, la nostra storia, la nostra nascita, scritta sulla nostra pelle, insita nel nostro modo uguale di respirare, camminare, incurvare la schiena, parlare al telefono.
Danziamo e cadiamo per cercare di stare al mondo, in un mondo che è attratto da ciò che c’è tra noi e allo stesso tempo brama la nostra separazione. Un mondo che ha giocato con noi ad “indovina chi”, che ci ha tolto nome e nel frattempo ci ha domandato curioso “come si fa? Cosa si prova?”.
Io. Tu. Io e te. Tu ed io. Noi. Loro. Noi e loro. Due corpi che si incarnano e si scarnano.
Teatro Rossini ore 19
COMPAGNIA VIRGILIO SIENI
CECITÀ
ideazione, coreografia, spazio Virgilio Sieni
spettacolo liberamente ispirato al romanzo Cecità di José Saramago
interpreti Jari Boldrini, Claudia Caldarano, Maurizio Giunti,
Lisa Mariani, Andrea Palumbo, Emanuel Santos
musica originale Fabrizio Cammarata
costumi e elementi scenografici Silvia Salvaggio
luci Andrea Narese e Virgilio Sieni
maschere Chiara Occhini
coproduzione Centro Nazionale di produzione della danza Virgilio Sieni, Fondazione Teatro Piemonte Europa e Fondazione Teatro Metastasio di Prato
Incombe sulla terra una tragedia immane che rovescia il modo di stare. Un virus sconosciuto agisce togliendo la vista alle persone. Comunità e individui perdono apocalitticamente quello che credevano di possedere e vedere. Tutto è improvvisamente immerso in un biancore luminoso che assorbe come per divorare non solo i colori ma le cose stesse e gli esseri, rendendoli così, doppiamente invisibili.
Quel mare di latte nel quale sono caduti gli abitanti del mondo, li rende sgomenti e impauriti, vulnerabili agli odori e alle esalazioni, li costringe ad apprezzare il pianto e le lacrime, le impronte e il tocco della mano. In questo stato di eccezione un piccolo gruppo si allea per condividere le vie di fuga e il nuovo mondo. Tra di loro una donna non ha perso la vista, ma dovrà rimodulare ogni dettaglio del suo comportamento per coesistere con la vista, per domandarsi a cosa serve vedere.
In questo poema della morte e della sofferenza, il corpo avanza con tutta la sua biologia e le emozioni emergono da gesti nuovi, ritrovati, reimparati. Gli interpreti, come testimoni di questo evento, si ritrovano a toccare lo spazio, a essere toccati dai luoghi, ad ascoltare le tracce del suolo e le onde sonore che vagano nell’aria. La ricerca drammaturgica procede avviando una ricostruzione del corpo che dalla cecità si muove verso una condizione di novità che obbliga a vivere le cose diversamente e ad elaborare strategie di sopravvivenza -o più semplicemente- di rieducazione allo sguardo.
La danza nasce da un ritorno allo spostamento, da una migrazione interiore. Il corpo e le sue parti divengono sede assoluta di ripartenza: si procede con un lento camminare e strisciare, si volgono le mani libere per toccare, si dispiegano gli arti per difendersi, per procurarsi il cibo e lavarsi, per uccidere e curare i morti, ma anche per abbracciare un cane e sentirsi in una profonda e complice simbiosi tra esistenti.
Le necessità biologiche inscritte nel comportamento del sapiens esplodono in questo farsi complici e comunità: cibarsi, accudire il più debole, difendersi a tutti i costi. Una condizione che fa emergere una natura schematizzata e malvagia che sorprende e che rovescia la percezione sugli altri e le cose. I danzatori, come portatori di questa nuova essenza, agiscono ricreando una nuova mappa percettiva dell’ambiente, della città, scoprendo le potenze antiche -forse perse- che oggi richiamano alla cura del suolo e del territorio secondo una visione che è, come scrive James Hillman “anima”, “atmosfera”, natura”, “genio del luogo”: sotto un albero, vicino a una pozza d’umido, presso una sorgente, accucciati in angolo, lungo una parete liscia, affidati ad una spalla.
Aprire gli occhi tutte le volte per vedere di nuovo.
Con Cecità si esplora quello stato di mancanza che risveglia la vita delle cose facendole sbalzare fuori dalla quotidianità, ricercando un’essenza che ricorda che prima di tutto siamo natura, una natura che reagisce a noi, capace di distruggere noi.
Siamo fatti di agenti e presenze che gemendo ci richiamano e la danza incarnata nei corpi risponde, restituendosi nella sua intraducibilità rituale. L’attenzione è su quello che già è qui, sul movimento musicale come tensione che coinvolge tutte le facoltà umane, per essere semplicemente vivi, per creare e ricreare quell’esperienza di iniziazione al movimento. Non sempre sappiamo cosa ci muove, l’arte della danza non svela ma attraversa, unendosi ogni volta alla natura, interrogandosi dell’infinito che ci avvolge, prendendosi per mano. Virgilio Sieni
Teatro Sperimentale ore 21.30
LES GAMAL | LOÏCK & EMERICK GENE
FLUX SANGUINS – LE POUVOIR DE LA FRATERNITÉ
coreografia e interpretazione Loïck e Emerick Gene (Les Gamal)
editing musicale e beatmaker Alexandre Ladour (MADIJUWON)
stilista Corianna Moubembe
creazione e gestione luci Florent Ecrohart
video ed editing Yannick Hochorian (Kryzis Création)
coproduzione Auditorium Seynod de Annecy, La Place
con il supporto di Pôle en Scène
In questo pezzo, che amano chiamare, non uno spettacolo, ma un “crea’show”, una performance che unisce virtuosismo tecnico e scrittura coreografica, Les Gamal ci invitano in un viaggio che si muove al centro di un flusso di energia, rivelando una fraternità che è diventata la base della loro identità artistica: la convergenza dei loro pensieri, l’apposizione e la complementarità della propria sensibilità, della propria personalità. Il tutto costruito attorno a diversi dipinti che raccontano storie di vita che li hanno segnati trasmettendo valori che ognuno di noi può fare sentire, come la benevolenza, la tolleranza o la solidarietà. Il duo disegna la personalità l’uno dell’altro con corpi che sembrano trarre la loro vitalità a volte dallo stesso cuore. La sincerità della loro danza dà, nella sua esecuzione coreografica e nella loro impressionante connessione, un’altra umanità all’hip-hop. E la perfezione, la precisione e la determinazione dei loro movimenti scatena una sana complicità!
Chiesa dell’Annunziata ore 23
FATTORIA VITTADINI
CALIGULA’S PARTY
[estratto]
liberamente ispirato a Caligola di Albert Camus
creazione e performance Chiara Ameglio
drammaturgia Aureliano Delisi
collaborazione alla creazione Marco Bonadei
musiche e progetto sonoro Gianfranco Turco
disegno luci Fabio Bozzetta
costumi Elena Rossi
produzione Fattoria Vittadini
coproduzione Festival Internazionale La Sfera Danza
con il sostegno di NEXT Regione Lombardia | Fondazione Cariplo
con il supporto di Festival L’Altra Fedora
lo spettacolo contiene scene di nudo integrale
Assumo su di me un regno in cui l’impossibile è sovrano. Voglio mischiare il cielo e la terra, confondere l’orrore e la bellezza, far scaturire il riso dalla sofferenza. Il mondo così com’è non è sopportabile. Per questo ho bisogno della luna, o della felicità, o dell’immortalità, di qualcosa di dissennato, forse, ma che non sia di questo mondo. Caligola
Caligula’s party è il terzo spettacolo del progetto coreografico Indagini sulla mostruosità, che si sviluppa intorno alla figura del mostro e interroga i concetti di nemico, antieroe e paura, il valore negato all’inammissibile e all’errore nel presente. Partendo dall’opera teatrale di Albert Camus, lo spettacolo rielabora una propria scrittura scenica intorno al suo protagonista, in un componimento tra danza e drammaturgia, corpo e parola.
Chiuso nelle sue stanze C. è un imperatore in lutto per aver perso il senso della vita, in guerra con le logiche della società e del potere che egli stesso rappresenta, ossessionato dall’impossibile, in una dialettica interiore che lo frattura. Dalla sua solitudine infestata di fantasmi, riemerge una creatura provocatoria e indifferente che si svela al mondo attraverso una condotta immorale e oscena, impopolare e mostruosa. I controvalori che lo muovono, sfidano la norma e le regole approvate, processandone i limiti, le forzature, le ipocrisie, le false speranze, che spesso, silenziosamente, conducono all’infelicità. C. è mostro perché si assume il compito di mostrare ciò che non vuole esser visto, rovesciare la pubblica morale, mosso da una segreta, profonda, celestiale fame di libertà e verità. C. non è il mostro esiliato, custode del confine e dell’ombra, ma il re della festa a cui tutti sono invitati, un anarchico incoronato che scende in piazza come puro esempio di un’umanità che la società non è in grado di sopportare.
C. sta per Camus: affondando a piene mani dentro il suo testo straordinario, è immediatamente chiaro quanto la trama e i personaggi da lui creati parlino alla società contemporanea, ancora (e per sempre) intrisa da una tragica dialettica tra ordine e libertà, logiche di controllo e anarchia. C. sta per Caligola: puro esempio di ribellione, antieroe investito dei più alti poteri, folle dittatore che fa della provocazione il senso intero della sua esistenza, la verità a tutti i costi un’arma per svelare ipocrisia e convenienza. Il potere di cui è investito innesca un’anarchica gestione della sua carica: “nulla è più anarchico del potere.” diceva Pasolini. Tuttavia Caligola è umano, ciò che lo muove è un comune, seppur disperato, dolore. C. sta per Cherea, garante del senso, antitesi e assassino di Caligola. Potere e disordine, la violenza della verità, la sensatezza del compromesso, sono i concetti che agitano lo spettacolo. C. sta per Chiara: abitare le contraddizioni della società significa domandarsi quanto e come abitare il compromesso tra desiderio e realtà, tra possibile e impossibile, quanto siamo disposti a rinunciare di noi stessi nell’ubbidire ai valori imposti della società. Quale prezzo paghiamo come individui? Ma quali i privilegi? Il pubblico è invitato a gettare uno sguardo dentro le stanze dell’imperatore, a un party che è un’ipotesi di realtà, e riflettere … su quanto pericoloso o liberatorio sia interpretare la verità secondo un nostro personale senso di giustizia, su quali rischi ci siano se potessimo vivere e agire anteponendo in modo assoluto la nostra libertà individuale, e le nostre passioni, che cosa sia il potere, e nelle mani di chi è posto, ieri come oggi. Chiara Ameglio
Pesaro Focus Danza festival
ABBONAMENTO
[5 spettacoli] 25 euro
BIGLIETTI
Lo que los árboles no cuentan 5 euro
Io. Tu. Io e te. Tu ed io. Noi. Loro. Noi e loro. 5 euro
Cecità 10 euro
Flux sanguins 10 euro
Caligulas’s party 5 euro
INFO
BIGLIETTERIA TEATRO ROSSINI 0721 387621
dal mercoledì al sabato dalle ore 17 alle ore 19.30; il giorno di spettacolo dalle 10 alle 13 e dalle 16
BIGLIETTERIA TEATRO SPERIMENTALE 0721 387548
il giorno di spettacolo dalle 10 alle 13 e dalle 17
BIGLIETTERIA CHIESA DELL’ANNUNZIATA
BIGLIETTERIA SALA DELLA REPUBBLICA
334 3193717
il giorno di spettacolo da un’ora prima dell’inizio