di Tito Maccio Plauto
con Massimo Venturiello
e con Massimo Boncompagni, Simone Cástano
Gianluca d’Agostino, Rossella Amato
regia Cristiano Roccamo
musiche originali Sara Castiglia
scene Matteo Soltanto
disegno luci Pietro Sperduti
costumi Gloria Fabbri e Micol Bezzi
produzione Teatro Europeo Plautino
Dopo la scomparsa di Menecmo I a Taranto, il fratello gemello viene ribattezzato con il nome di Menecmo II. Nel frattempo, Menecmo I si ritrova ad Epidamno, dove diviene adulto, prende moglie e anche un’amante; i suoi loschi affari scivolano tranquilli e inosservati fino all’arrivo in città di Menecmo II, accompagnato dal suo servo Messenione. L’omonimia e l’aspetto identico dei due fratelli genera una serie esilarante di fraintendimenti, palesi al pubblico ma ignorati dai protagonisti, e per questo capaci ancor più di alimentare l’attenzione degli spettatori.
I qui pro quo fra i personaggi proseguono fino allo scioglimento finale, momento lieto in cui i due Menecmi si incontrano per realizzare, finalmente, la radice comune e la sfortunata maturazione diversa dei loro destini.
La messa in scena è fedele alle originarie indicazioni del commediografo; l’allestimento è essenziale, le entrate e le uscite scandiscono il ritmo di una commedia a tutti gli effetti. Gli attori sono cinque e come da tradizione i ruoli interpretati sono di più. La recitazione è spensierata e vivace, e riesce a rendere perfettamente la trama di intrighi della commedia. Le dinamiche fra servi e padroni, i litigi e le passioni plautine sono gradevolmente accentuate dallo spettacolo, il quale è brillante nell’accostare azzeccate improvvisazioni a perle linguistiche cadute oramai in disuso.
Questo testo di Plauto è ritenuto essere fra i più antichi ed esemplari modelli della commedia degli equivoci, in cui i personaggi sono di regola immischiati in un susseguirsi di malintesi perfetti. Anche in questo allestimento, ho lavorato insieme agli attori per costruire uno spettacolo che non fosse solo di parola, quella parola che comunque rimane il pilastro del genio plautino e del nostro Menecmi. Così come è lecito pensare che nell’antichità le rappresentazioni plautine non fossero semplicemente dialoghi (i cantica ne sono un esempio) è stato lecito costruire lo spettacolo usando il canto, la fisicità degli attori, la musica, le maschere latine e della Commedia dell’Arte. Lo spettacolo ci fa comprendere come Plauto sia ancora oggi di estrema attualità, nelle parole, nei temi, nei personaggi, ed in tutto ciò che lo spettatore “vive” nel leggere e nell’assistere alle opere plautine.
Cristiano Roccamo
FALERONE_TEATRO ROMANO 27 LUGLIO
BIGLIETTI posto unico 15 euro 12 euro ridotto under 25 e over 65 / AMATo abbonato Card / Marche Cultura Card in prevendita QUI o tramite Cal Center 0712133600