Venerdì 27 ottobre si apre il sipario sulla nuova stagione del Teatro Piermarini di Matelica nata dalla rinnovata collaborazione tra il Comune di Matelica e l’AMAT, con il contributo della Regione Marche e del Ministero della Cultura. Per l’inaugurazione del cartellone una attesa anteprima nazionale di Aspettando Re Lear di Tommaso Mattei, con Alessandro Preziosi, che firma anche la regia, e Nando Paone.
Lo spettacolo – con gli attori Roberto Manzi, Federica Fresco, Valerio Ameli che completano il cast – giunge in scena al termine di una residenza di allestimento al Teatro Piermarini che si conferma luogo accogliente e scelto dagli artisti per le prove che precedono i debutti, fondamentali momenti che necessitano di grande concentrazione.
In Re Lear, sia l’ordine medievale sia quello rinascimentale dei valori si disintegrano. Tutto ciò che rimane alla fine di questa incredibile carnevalesca pantomima è la terra vuota e sanguinante. Su questa terra apocalittica, il Re, il Matto, il Servo e il Pazzo continuano all’infinito il loro “dialogo distratto.” Lo spettacolo si concentra sul momento chiave dell’intera tragedia rappresentato dalla tempesta che colpisce Lear proprio mentre vaga nella landa desolata per allontanarsi dal disastro combinato con le “amate” figlie. Lear accompagnato dal conte di Kent, (sotto le mentite spoglie di un servo) e dal fedele Fool (che interpreta qui quasi un alter ego dell’esilio della fedele figlia Cordelia), assiste inerme allo sconvolgimento dell’ordine naturale. Lear ama solo se stesso e la mancanza d’amore che l’ha indotto alla follia. Ma durante la tempesta quel povero re subisce una metamorfosi, al cospetto della furia della natura diviene umile, non ha bisogno di cercare rifugio, non percepisce il dolore, comprende che il suo vero dolore è più profondo. La tempesta è il culmine del caos a cui alla fine Lear deve arrendersi tornando uomo tra gli uomini, debole, amareggiato, stanco, ma finalmente spoglio di quella corona che lo ha condotto alla distruzione.
La tragedia di Re Lear è sempre stata riconosciuta come una perfetta rappresentazione dell’umana condizione. Soprattutto nel XX secolo, la popolarità del dramma è cresciuta esponenzialmente. Con l’avvento dell’esistenzialismo in filosofia, le considerazioni di Lear sull’essere e sul “nulla” sembrarono stranamente appropriate e di fatto, opere come Aspettando Godot di Beckett potrebbero essere viste come una forma di riscrittura del King Lear. Proprio come Vladimir ed Estragon di Aspettando Godot di Samuel Beckett i personaggi di Aspettando Re Lear sembrano ereditare e abitare il vuoto che rimane dopo la sublime tragedia del premonitore Re Lear di Shakespeare. Quando tutto è andato perduto nel mondo instabile di Lear, non rimane nulla, ed è proprio questo nulla con cui prima di tutti Edgar, dovrà fare i conti. Lear è l’incarnazione del patriarca, del monarca e della gloria dell’era europea allo stesso tempo. La sua morte denoterà la caducità di quei sistemi di potere di cui i nostri personaggi ora abitano le rovine, come sprofondati nel nulla. “Nulla” è una parola e un concetto insolitamente onnipresente sia in Re Lear che in Aspettando Godot. È come se Re Lear prevedesse l’inevitabile nulla che ci attende come risultato del fatiscente ordine permanente, proprio come Aspettando Godot ci rivela quel che accade dopo che “il vecchio cade”.
Il ricco allestimento dello spettacolo – prodotto da Pato, TSV-Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale – vede la collaborazione di Michelangelo Pistoletto per le opere in scena, di Giacomo Vezzani per le musiche, di Alessandro Maggi per la supervisione artistica, di Roberto Manzi assistente alla regia, di Chiara Beliti per il coordinamento editoriale e degli assistenti Michelangelo Pistoletto e Alessandro Lacirasella.
Informazioni: biglietteria del teatro 0737 85088, AMAT 071 2072439 e biglietterie circuito vivaticket, anche on line. Inizio spettacolo ore 21.15.