Un nuovo appuntamento martedì 11 febbraio al Teatro Sanzio di Urbino per la stagione promossa dal Comune con l’AMAT. Al termine di una residenza di riallestimento arriva in scena L’anima buona di Sezuan di Bertolt Brecht, una parabola ironica ed amara sul bene e sul male, un testo straordinario in equilibrio tra lirica ed epica, ultimo spettacolo di Elena Bucci e Marco Sgrosso, prodotto dal Centro Teatrale Bresciano ed ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, con la collaborazione artistica de Le belle bandiere. Lo spettacolo vede l’elaborazione drammaturgica e l’interpretazione di Elena Bucci – che cura anche la regia – e di Marco Sgrosso. Assieme a loro sul palcoscenico, Maurizio Cardillo, Andrea De Luca, Nicoletta Fabbri, Federico Manfredi, Francesca Pica, Valerio Pietrovita, Marta Pizzigallo e Christian Ravaglioli che esegue le musiche originali dal vivo; il disegno luci è di Loredana Oddone, la cura e la drammaturgia del suono di Raffaele Bassetti, le scene in legno e le maschere di Stefano Perocco di Meduna.
Tre Dei confusi, ingenui e pasticcioni, vagano sulla terra in cerca di un’anima buona per dimostrare che il mondo non è sbagliato come si dice ed evitare così il faticoso compito di cambiarlo. Giunti nella capitale del Sezuan, cercano un rifugio per la notte e chiedono aiuto all’acquaiolo Wang, piccolo imbroglione dal cuore buono che li attendeva con ansia, ma soltanto Shen-Tè, generosa e povera prostituta, accetterà di accoglierli, ricevendo in premio una ricompensa di mille dollari d’argento, con i quali potrà cambiare vita e acquistare una piccola tabaccheria. Di fronte all’assalto avido e cattivo di una schiera di approfittatori insaziabili, Shen-Tè, interpretata da Elena Bucci, si rivelerà però troppo debole e comprensiva: per non soccombere, sarà costretta a farsi sostituire dal cugino Shui-Tà, cinico e inflessibile affarista che trasforma il negozietto in una manifattura. In questo allestimento l’apparire e scomparire di Shen-Tè e Shui-Tà coinvolge anche gli altri attori che assumono su di sé le identità di diversi personaggi, a partire da Marco Sgrosso, che interpreta sia l’affettuoso acquaiolo Wang che l’opportunista aviatore Yang Sun di cui Shen-Tè si innamora, sviluppando una caleidoscopica vicenda fino al sorprendente epilogo dove gli smascheramenti si susseguono e l’accorata richiesta di aiuto di Shen Tè – come si può essere buoni per sé e per gli altri? – provoca una imprevista reazione degli Dei e apre uno spiraglio di speranza. Lo sguardo lucido e profetico di Brecht immette nella drammaturgia questioni politiche e interrogativi etici e – con i toni di una fiaba dolce e amara, in bilico tra tragedia e burla – induce a riflettere sul sentimento del bene e del male, ma anche sul senso e la funzione del teatro e dell’arte. La scrittura scenica è sospesa tra canto, parlato, movimento e si intreccia alla musica dal vivo, mentre – attraverso l’uso di maschere senza tempo e di palchetti da commedia che diventano palafitte, stanze, rifugi, città – la compagnia si impegna in una vertiginosa danza con questa favola attuale che risveglia domande brucianti sul presente, ambientata in una Cina fantastica che assomiglia tanto al nostro mondo dove rapidi mutamenti creano nuove ricchezze e nuove povertà, chiusure ed aperture, coraggio e paura.
informazioni: Teatro Sanzio Urbino 0722 2281. Inizio spettacolo ore 21.