I Teatri di Pesaro si confermano luoghi privilegiati per la creazione artistica ospitando in questi giorni la residenza di allestimento di Cantiere aperto per per La Febbre di Wallace Shawn, traduzione di Monica Capuani, con Federica Fracassi, regia di Veronica Cruciani. Il progetto è realizzato nell’ambito di Marche casa del teatro. Residenze d’artista, progetto di AMAT con il Comune di Pesaro con il contributo di MiBACT e Regione Marche. Spazi di creazione artistica che operano in uno stretto legame con la comunità di riferimento, questo in sintesi il progetto Marche casa del teatro. Residenze d’artista che prevede anche un momento di condivisione con il pubblico in forma di cantiere aperto – in questa occasione alla Chiesa dell’Annunziata martedì 8 giugno alle ore 21 – per mostrare lo spettacolo non nella sua forma definitiva ma nella fase affascinante della sua genesi.
Veronica Cruciani nelle note di regia annota come “questo monologo è un’elaborata denuncia del capitalismo globale, feroce e ironicamente divertente, che viene messa in bocca a una donna benestante, consapevole di ogni paradosso, mentre guarda indietro ad una vita agiata resa possibile dalla povertà degli altri. La protagonista è una viaggiatrice senza nome che si trova in un hotel di un paese povero e lontano dove è in corso una rivolta. Lei sta vivendo la propria guerra civile, ha una febbre che la fa rabbrividire e sprofondare in una più profonda nausea esistenziale. Ad un certo punto ha una rivelazione improvvisa e accecante: le sue presunzioni e il suo privilegio di persona liberale, istruita e benestante si basano sulla miseria che altre persone vivono nel mondo. La malattia è il capitalismo stesso. Questa donna è alla ricerca di risposte. Tutto ha un prezzo? Le persone? Uccidere? Cosa ci dà il diritto di stare meglio dei poveri? Perché insistiamo nel chiedere il meglio per noi stessi e i nostri figli quando le altre persone non hanno quasi nulla? Queste sono le domande, che molti di noi nella vita cercano di ignorare. Shawn riesce a parlare in maniera davvero incisiva e profonda della nostra relazione con il nostro mondo, la nostra ricchezza. Nello spettacolo, come quando hai la febbre, con i suoi sogni offuscati e pensieri ultraterreni, ciò che è stato discusso passerà e tutto tornerà alla normalità e la stessa protagonista tornerà al sicuro”.
“Mai come in questo momento – afferma l’interprete Federica Fracassi – in cui siamo stati costretti a fermarci ho avuto tempo per ripensare a quanto la malattia sia classista, a quanto i poveri e gli emarginati del mondo subiscano più degli altri anche le conseguenze della pandemia. Sul loro corpo innanzitutto, un corpo esposto da sempre e sulle
loro condizioni di vita, o più banalmente di sopravvivenza. Il profitto, il denaro, il potere di pochi determinano ancora una volta lo sterminio dei corpi fragili, del non conforme. E l’assenso silenzioso dell’Occidente di fronte a questo sterminio. Non è forse un caso che in tutto il mondo, mentre scrivo, si infiammano rivolte che denunciano il potere che agisce sul corpo, lo mettono al centro del discorso. Mi sono detta che in teatro dovremmo parlare dei nostri privilegi che continuano a schiacciare le vite degli altri. Mi sono detta che in teatro non dovremmo più parlare a vanvera, solo tra noi. E mentre me lo dicevo ho incontrato La Febbre”.
Le scene dello spettacolo – prodotto da Teatro e Società e Teatro di Roma – Teatro Nazionale con la collaborazione di Comune di Pesaro e AMAT – sono di Paola Villani, il video di Lorenzo Letizia, le luci di Omar Scala e Gianni Staropoli, drammaturgia sonora di John Cascone.
Informazioni e biglietteria: Teatro Rossini 0721 38762, biglietteria nel luogo di spettacolo 334 3193717 da un’ora prima dell’inizio.