La nuova abitudine, danza della Compagnia Mòra fondata e diretta dalla coreografa e drammaturga Claudia Castellucci, cofondatrice con Romeo Castellucci e con Chiara e Paolo Guidi della Socìetas Raffaello Sanzio (oggi Societas) e Leone d’Argento alla Biennale di Venezia Danza 2020, su canti Znamenny della tradizione russa, è in scena domenica 19 marzo al Teatro Comunale di Cagli per TeatrOltre, festival ideato e realizzato all’insegna della multidisciplinarietà dall’AMAT con, tra gli altri, il Comune di Cagli.
“Poco dopo il suo debutto in Italia – racconta Claudia Castellucci – è avvenuta l’invasione russa dell’Ucraina. Da allora non è stato più possibile proporre questa danza, sia per l’impossibilità dei Cantanti di uscire dalla Russia, sia per il rifiuto generalizzato di avere relazioni con qualsiasi artista e talvolta perfino con opere d’arte che fossero di nazionalità russa. Con l’occasione di Cagli purtroppo resta impossibile fare la danza con la presenza dei Cantanti russi. Ciò nonostante, abbiamo deciso di interpretare lo stesso la danza, grazie alle voci registrate dei nostri Coristi. Proprio a San Pietroburgo si è avuto un primo luminoso impulso, allorquando, nel Settembre 2021 mi recai con la Compagnia di danza Mòra (il nome è ispirato alla dicitura di Agostino nel suo De Musica, a indicare la più piccola pausa), nella sede dell’Orchestra MusicAeterna, diretta dal greco Teodor Currentzis, da lui invitata a costruire lì la danza, assieme a quattro Cantanti del suo prestigioso Coro. Lì vi restammo un mese intero e si ebbe la prima esecuzione de La nuova Abitudine. La danza nasce da un progressivo avvicinamento alla matrice greca del canto bizantino e slavo, che è come dire quel tratto che a Est sutura l’Europa nel suo percorso che dal Mar Nero si spinge su, sino al Mar Baltico: Costantinopoli, Bulgaria, Ucraina e Russia sono le terre dove soffia il canto Znamenny (знамёна, segni), su cui la danza è stata costruita. Rispetto al canto corale della tradizione ortodossa più nota, il canto Znamenny è rivestito di una semplice veste, assai lontana dalla pompa lussureggiante della liturgia slava. A causa del suo essenziale equilibrio esso appare modesto, dando a questo aggettivo tutto il suo significato originale, la cui radice è la stessa della parola ‘misura’. Sebbene il canto Znamenny unisca tuttora la storia profonda dei popoli slavi, ora risuona sopra una guerra tuttora in corso. In questo contesto ci situiamo con la tecnica di una danza intuitiva; con una assimilazione che vuole mantenersi spettatrice, con discrezione e riguardo per una musica che è entrata a far parte della vita concreta delle persone al punto da farsi liturgia. Vogliamo proseguire e affermare il discorso della danza, una danza attuale, che si è imbattuta violentemente nella cronaca di questo tempo”.
I danzatori in scena sono Sissj Bassani, Silvia Ciancimino, Guillermo de Cabanyes, René Ramos, Francesca Siracusa, Pier Paolo Zimmermann, fastigio musicale finale a cura di Stefano Bartolini, scenario e luci di Eugenio Resta, produzione Societas in co-produzione con musicAeterna, San Pietroburgo, Teatro Piemonte Europa / Festival delle Colline Torinesi.
Biglietteria del teatro 0721 781341 e circuito AMAT / vivaticket. Inizio spettacolo ore 18.