Lou e Rohan condividono le radici nella scena musicale di Manchester dei primi anni Novanta, anche se fino a qualche anno fa le loro strade si erano incontrate solamente due volte. «Era un po’ distaccata a dire il vero» dice Rohan parlando del loro secondo incontro nel backstage con alcuni amici in comune. Saltando al 2021, alla fine del lockdown, quegli stessi amici chiedono a Rohan di collaborare a un brano a cui stavano lavorando, lui allora contatta Lou per scrivere il testo della canzone. «C’era qualcosa nel modo in cui comunicava che mi interessava, persino nelle e-mail – dice Lou -, stavo per iniziare un corso di Laurea in Poesia e ormai mi ero piuttosto allontanata dalla musica e Rohan stava scrivendo un romanzo, però abbiamo comunque deciso di vederci per un caffè».
Da qui è nata una relazione e i due sono diventati inseparabili. Il brano in questione è stato messo da parte, entrambi all’apparenza troppo assorbiti dai loro progetti letterari per trovare il tempo da dedicare alla musica. Ma il pianoforte nella cucina di Lou aveva un’altra idea e li ha trascinati ancora una volta in un mondo che pensavano di aver abbandonato. «Mi sono messo a suonare – dice Rohan – Lou cucinava mentre io improvvisavo, poi ha cominciato a cantare su quello che stavo suonando. Ci ripetevamo che non avremmo dovuto lavorare insieme ma quel progetto non voleva saperne di lasciarci in pace. Prima di rendercene conto – aggiunge – le canzoni hanno cominciato ad arrivare. La sinergia musicale che ne è seguita era accresciuta dal fatto che entrambi volevamo creare qualcosa che non avesse vincoli o restrizioni, sicuramente non qualcosa che dipendesse dalle aspettative dell’industria musicale».
Lou aggiunge «è stato il modo in cui Rohan suonava – quelle sonorità aperte e tinteggiate di jazz – a coinvolgermi. Sono stata da sola per un certo periodo, specialmente durante il lockdown e mi sono chiusa in me stessa, ho convogliato tutta la mia creatività nella poesia e ho creduto che il mio tempo per fare musica fosse finito. Durante quel periodo, però, è probabile che mi sia immersa più profondamente nell’ascolto della musica. Quindi quando Ro ha cominciato a suonare, le canzoni sono venute fuori quasi involontariamente. Kiiōtō è la musica che abbiamo sempre voluto fare».
Dunque, sono germogliati i primi semi di As dust we rise, ma è stato durante un viaggio in Louisiana che le canzoni hanno cominciato a prendere una forma più solida. Dopo un test del DNA Rohan aveva rintracciato la sua discendenza nel profondo sud, allora la coppia ha deciso di andarci in vacanza per esplorare questo lato della sua eredità. Dispiegandosi su un ritmo costantemente in aumento e un equilibrio ipnotico, il primo singolo, Josephine Street, è stato registrato su una nota vocale del telefono di Lou, il testo racconta le storie di un quartiere locale di New Orleans.
Il suono dominante dell’armonica in Spanish Moss è scaturito dall’inquietante richiamo degli alberi appesantiti dai sinuosi grovigli delle piante del Bayou della Louisiana. Quilt racconta la storia di una donna che realizza una coperta cucendo insieme i vestiti da lavoro del marito defunto così da poterlo avere ancora vicino ogni notte – una storia «profondamente commovente e viscerale» dicono Lou e Rohan, di «perdita e rinascita». Da qui gli argomenti si ramificano verso tematiche più ampie. Il singolo in uscita Painkiller allude alla crisi degli oppioidi sotto le mentite spoglie di una canzone d’amore profonda e sentimentale. Mentre due canzoni dedicate a “eccezionali pionieri”, alimentano lo spirito di indagine dell’album. La magnifica Song for Bill rende omaggio allo scomparso pianista jazz Bill Evans, mentre di ritorno a casa nel Regno Unito, la finemente arrangiata Ammonite mostra uno spiraglio della storia di Mary Anning, troppe volte ignorata e incompresa paleontologa vittoriana.
«È un album che non cerca di scappare dai grandi temi della vita – racconta Lou – ci siamo tirati su le maniche e ci siamo dati da fare». La meditativa Hem tocca temi come la nascita, l’attaccamento e le connessioni che formiamo con gli altri. Lo storytelling che si traccia sulle corde della chitarra di Rohan in Jeanerette esplora “la migrazione e lo sfollamento”, l’idea di qualcuno che si sia lasciato alle spalle una vita intera e la sua identità per ripartire nell’anonimato della città. In altri momenti, l’album vive e respira dei suoi contrasti. The Sea è un brano sobrio ma pieno di emozioni, che ricorda la tenera compostezza di una partitura per pianoforte di Joe Hisaishi trasformata in canzone. Here Comes the Flood è un brano vivido e vivace, il cui titolo è una metafora delle emozioni impetuose incanalata in fiati esplosivi e vibranti motivi vocali.
Il titolo dell’album, al contempo, lega tra di loro le tematiche dei brani. «Entrambi abbiamo perso persone che amavamo – nota Rohan -, ho incontrato Lou un mese dopo aver perso mia madre; quindi, il lutto e la perdita hanno avuto una parte centrale. Ma dietro quella perdita c’è sempre stata una sottile speranza, che lentamente è andata a crescere, proprio come la polvere si alza quando la si muove. Parlando del nostro passato musicale, entrambi avevamo più o meno deciso che non avremmo più pubblicato altra musica; tutti e due avevamo avuto carriere lunghe e variegate nella musica ed eravamo stanchi dell’industria. Ma di nuovo, la nostra collaborazione ha cominciato a smuovere quello che pensavamo si fosse immobilizzato. Questa volta, la polvere che si stava alzando erano melodie e note musicali e noi ci siamo fatti trascinare».
Queste note e melodie si sono evolute vicino casa. Scritte e parzialmente registrate negli home studio di Lou e Rohan a Londra e nel Wiltshire, le canzoni sono poi state lavorate nello studio del producer Simon Byrt. Tra le collaborazioni Valerie Etienne della band acid-jazz dei Galliano, che ha registrato le seconde voci di Painkiller e Here Comes the Flood. D’altra parte, la dedizione di Byrt all’analogico e alla strumentazione vintage si è dimostrata fondamentale per dare alla registrazione un suono caldo e organico, nutrito con amore grazie all’aiuto dal vivo di musicisti ospiti alla batteria, agli archi, al basso, alla chitarra e ai fiati: processi collaborativi che Lou e Rohan dicono di voler sviluppare nel loro prossimo album.
Nel frattempo, il debutto dei Kiiōtō si pone come una fusione intuitiva di storie condivise, unite dal desiderio di esplorare nuovi spazi e narrazioni. «Queste sono le canzoni che abbiamo da sempre avuto bisogno di scrivere – afferma Rohan – ogni melodia, testo e accordo che abbiamo mai cantato o suonato fino a questo momento sono stati parte del viaggio verso Kiiōtō, verso questo album, As Dust We Rise.
PESARO_Teatro Sperimentale venerdì 21 marzo 2025 ore 21
Biglietti 18 euro _ ridotto** 15 euro
RIDUZIONI
**under 25, over 65, abbonati stagioni 24/25, convenzionati vari
BIGLIETTERIA TEATRO SPERIMENTALE 0721 387548
il giorno del concerto dalle 10 alle 13 e dalle 17
BIGLIETTERIA TEATRO ROSSINI 0721 387621
orari dal 21 dicembre al 7 gennaio
21 dicembre orario 10 – 13 e 17 – 19:30
22 dicembre orario 10 – 13 e 16 – 17
23, 24, 25, 26 dicembre chiuso
27 dicembre orario 17 – 19.30
28 dicembre orario 10 – 13 e dalle 17 ad inizio spettacolo
29 dicembre orario 10 – 13 e dalle 16 ad inizio spettacolo
30, 31 dicembre chiuso
1 gennaio dalle 17 ad inizio spettacolo
2 gennaio chiuso
3, 4 gennaio orario 17 – 19.30
5, 6, 7 gennaio chiuso
orari dall’8 gennaio
dal mercoledì al sabato dalle ore 17 alle ore 19.30
AMAT e biglietterie del circuito 071 2072439 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16
L’acquisto on line comporta un aggravio del costo in favore del gestore del servizio e non consente di accedere alle categorie di riduzione.