coreografia, regia e scene Fabrizio Monteverde
musiche Ludwig Minkus e AA.VV.
con Riccardo Ciarpella, Azzurra Schena, Roberta De Simone
corpo di ballo Paolo Barbonaglia, Cecilia Borghese, Lorenzo Castelletta, Emma Ciabrini
Matteo Giudetti, Mateo Mirdita, Kinui Oiwa, Michele Ruggiero, Giulia Strambini
costumi Santi Rinciari
assistente alla coreografia Anna Manes, Sarah Taylor
light designer Emanuele De Maria
produzione Balletto di Roma
direzione artistica Francesca Magnini direttore generale Luciano Carratoni
con il contributo di Regione Lazio
Fabrizio Monteverde, coreografo che da oltre trent’anni svolge un lavoro di elaborazione stilistica e drammaturgica che ne rende il segno unico e riconoscibile, rilegge in chiave coreografica un’altra pagina della letteratura mondiale, il capolavoro del Siglo de oro. In questa versione del romanzo spagnolo di Cervantes il protagonista non smette di incarnare la doppiezza, la “con-fusione” degli opposti. Al centro della scena, senza un significato presunto univoco, ci sono i rottami di una macchina abbandonata, cavallo da corsa dei nostri giorni, simbolo di un mondo in trasformazione continua. Sempre in bilico tra intenzioni logiche, razionali, ben espresse e azioni assurde, temerarie, Don Chisciotte, con il suo sguardo strabico sulla realtà, conquista la gloria attraverso avventure sconnesse e poco calcolate, imponendo la propria illusione sulla realtà. L’errore è verità e la verità è errore in una società che, soprattutto per un Don Chisciotte poeta, folle, mendicante come quello immaginato da Monteverde, è alla rovescia. Il mondo, del resto – così come la scena –, è sempre diverso in base al punto di vista da cui lo guardiamo e la verità si manifesta solo nella libertà di muoversi al suo interno, una libertà incondizionata che testimonia l’inseguimento di un sogno, la ricerca del proprio io bambino, il desiderio infinito di amare. Io, Don Chisciotte, rappresenta la rivincita del senso “individuale” contro il dominio dell’astratta “universalità” delle leggi umane. Quel che la danza testimonia come imprescindibile è che l’azione dell’uomo non trova mai “un fine” e neppure “una fine” in senso assoluto, perché in fondo il bello – dice Don Chisciotte – “sta a impazzire senza motivo!”.
PESARO_TEATRO ROSSINI 25 OTTOBRE 2019
Biglietti da 7,50 a 27 euro in prevendita QUI o tramite Call Center 0712133600