di Rossano Baronciani e Davide Riboli
liberamente tratto da Il Sex Appeal dell’Inorganico
di Mario Perniola
progetto Accademia di Belle Arti di Urbino Scuola di Scenografia
Nell’orrida, glaciale vacuità del tempo contemporaneo e della sua arte, le passioni umane si spogliano d’ogni altro desiderio che non sia quello d’essere una cosa.
Mario Perniola lo ha raccontato in tutta la sua opera, ma soprattutto ne Il Sex Appeal dell’Inorganico. Pubblicato per la prima volta nel 1994, il suo testo è ancora oggi un punto di riferimento per decodificare la discutibile (e spesso disgustosa) estetica dell’attualità.
Uno strumento chirurgico, più che un testo critico, talmente lucido e risolutivo da rivelarsi profetico. Così, se pure scritto in un tempo in cui le banane sui muri e i social media erano di là di venire, ha il pregio — come ogni opera d’ogni grande pensatore — di attraversare gli anni mantenendo inalterata la propria efficacia.
La Scuola di Scenografia della Accademia di Belle Arti di Urbino prosegue la propria riflessione sui tempi moderni e i loro affetti, dopo aver portato in scena altri due testi altrettanto “impossibili”: Bausler Institut (tratto da I beati anni del castigo di Fleur Jaeggy) e Impreparati (tratto da L’affaire Moro di Leonardo Sciascia), nella convinzione che continuare a cercare ciò che certamente non si troverà sia un passatempo d’alti contenuti educativi. Nell’epoca in cui gli uomini fanno le macchine che fanno le cose, le cose “fanno sesso” e a tutti piace guardare: il palazzo segreto dell’impero dei sensi oggi è il deposito sul retro di un grande magazzino. Vuoto.
URBINO_ACCADEMIA DI BELLE ARTI AULA TEATRO SCUOLA DI SCENOGRAFIA dal 18 al 24 maggio
ingresso libero