Con il pluripremiato Macbettu di Alessandro Serra prosegue sabato 16 e domenica 17 marzo – seconda data aggiunta fuori abbonamento (accesso esclusivo a platea e palchi di I ordine) – la stagione di prosa del Teatro Pergolesi di Jesi nata dalla rinnovata collaborazione tra Fondazione Pergolesi Spontini, Comune di Jesi e AMAT.
Il 16 marzo lo spettacolo sarà preceduto da una breve presentazione di Triade minore, romanzo di Luigi Ferrari proposta nell’ambito della XII edizione di Libro: che Spettacolo! promossa dall’AGIS da un’idea di Pier Paolo Pascali, che ne è il curatore dal 2008, per promuovere la lettura insieme allo spettacolo dal vivo.
Macbettu – prodotto da Sardegna Teatro in collaborazione con Compagnia Teatropersona – è in lingua sarda con sovratitoli in italiano. Vincitore del prestigioso Premio Ubu 2017 e del Premio ANCT 2017 (Associazione Nazionale dei Critici di Teatro), lo spettacolo è osannato dalla critica e amato dal pubblico, reduce dai recenti successi in Argentina è un vero cameo, da vedere, organizzato registicamente con la consapevolezza lucida del testo shakespeariano metafora della violenza fine a se stessa, ma soprattutto interessante per l’autonomia di azione e di estetica, per come esce dai percorsi risaputi della nuova scena italiana.
Dopo Jesi lo spettacolo sarà in scena al Teatro Rossini di Pesaro il 26 marzo (info su www.amatmarche.net).
L’idea dello spettacolo nasce nel corso di un reportage fotografico tra i carnevali della Barbagia. I suoni cupi prodotti da campanacci e antichi strumenti, le pelli di animali, le corna, il sughero. La potenza dei gesti e della voce, la confidenza con Dioniso e al contempo l’incredibile precisione formale nelle danze e nei canti. Le fosche maschere e poi il sangue, il vino rosso, le forze della natura domate dall’uomo. Ma soprattutto il buio inverno. Sorprendenti le analogie tra il capolavoro shakespeariano e i tipi e le maschere della Sardegna. La lingua sarda non limita la fruizione ma trasforma in canto ciò che in italiano rischierebbe di scadere in letteratura. Uno spazio scenico vuoto, attraversato dai corpi degli attori che disegnano luoghi ed evocano presenze. Pietre, terra, ferro, sangue, positure di guerriero, residui di antiche civiltà nuragiche. Materia che non veicola significati, ma forze primordiali che agiscono su chi le riceve.
Gli attori in scena sono Fulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Andrea Carroni, Giovanni Carroni, Maurizio Giordo, Stefano Mereu, Felice Montervino. La traduzione in sardo e la consulenza linguistica è di Giovanni Carroni, la collaborazione ai movimenti di scena di Chiara Michelini, le musiche pietre sonore di Pinuccio Sciola, regia, scene, luci e costumi di Alessandro Serra. La produzione è realizzata con il sostegno di Fondazione Pinuccio Sciola, Cedac Circuito Regionale Sardegna.
Informazioni e biglietti: Teatro Pergolesi 0731 206888. Inizio spettacoli: sabato ore 21, domenica ore 17.