Il grande teatro internazionale è il protagonista dal 2 al 5 maggio al Teatro Rossini della Stagione Capitale di Pesaro capitale italiana della cultura 2024 promossa dal Comune e dall’AMAT, con il contributo di Regione Marche e MiC. Stéphane Braunschweig, tra i principali registi della scena teatrale contemporanea e direttore artistico dell’Odéon – Théâtre de l’Europe di Parigi, presenta La vita che ti diedi di Luigi Pirandello con un grande cast composto da Daria Deflorian, Federica Fracassi, Cecilia Bertozzi (2, 4 e 5 maggio) / Giulia Odetto (3 maggio), Fulvio Pepe, Dorotea Ausenda , Caterina Tieghi, Fabrizio Costella.
Dopo i successi internazionali di Sei personaggi in cerca d’autore, I giganti della montagna, Vestire gli ignudi e Come tu mi vuoi, La vita che ti diedi, scritta nel 1923, è la tragedia più struggente del grande drammaturgo siciliano sul tema della maternità e del lutto. L’opera concepita da Pirandello per Eleonora Duse non venne mai recitata dall’attrice. Il testo venne rappresentato per la prima volta al Teatro Quirino di Roma il 12 ottobre 1923 da Alda Borelli.
«La vita che ti diedi è uno dei pochi testi che lo stesso autore abbia definito “una tragedia”. È anticipato da tre novelle scritte tra il 1914 e il 1916. Ne I pensionati della memoria, Pirandello si interroga sul rapporto tra i vivi e i morti, e formula forse per la prima volta, l’idea disturbante che quando si piange la perdita di una persona cara, non è la persona amata che si sta piangendo: “Voi piangete perché il morto, lui, non può più dare a voi una realtà”. In Colloqui coi personaggi, scritto subito dopo la morte della madre, Pirandello esplora la stessa idea in un lungo e struggente dialogo con la defunta. Sconvolto dalla carneficina della Grande Guerra e angosciato dall’idea di perdere i figli al fronte, Pirandello scrive La camera in attesa, la madre e le sorelle di un soldato scomparso, non avendo la prova certa della sua morte, continuano a preparargli la camera in attesa del suo ritorno. La vita che ti diedi riprende alcuni degli elementi principali di questa novella, sviluppandone il tema su un registro ancora più radicale. Come può una madre sopravvivere alla morte del figlio? si chiede Pirandello. Semplicemente affermando che non è morto. O, più esattamente, fingendo che sia ancora vivo. [..] Nell’opera di Pirandello, la realtà della vita appare spesso come uno scandalo insuperabile, che il teatro o la follia hanno lo scopo di trasfigurare. Nel mondo immaginario del gioco teatrale o in quello parallelo della follia si può evadere, elevarsi, far vivere i morti e sfuggire alla logica paradossalmente mortifera della vita. In Pirandello, teatro e follia sono legati. Spesso i grandi personaggi pirandelliani sembrano pazzi a chi li circonda, ma, contrariamente ai veri pazzi, la loro è una pazzia voluta, la pazzia di chi vuole essere come i pazzi, e, al pari loro, rifiuta i limiti di una realtà ridotta alla sola verità dei fatti. […] Pirandello fa vacillare le nostre certezze, i nostri preconcetti, malgrado sappia che la realtà finirà per mettere fine all’illusione, ci fa capire quanto abbiamo bisogno di illusioni ma di illusioni coscienti e non delle menzogne che ci raccontiamo per restare in piedi. Quanto abbiamo bisogno di teatro per affrontare la vita».
Le scene dello spettacolo sono di Stéphane Braunschweig in collaborazione con Lisetta Buccellato, i costumi di Lisetta Buccellato, le luci di Marion Hewlett, il suono di Filippo Conti, assistente alla regia Giulia Odetto. Questo nuovo allestimento è prodotto da Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro ER T / Teatro Nazionale.
Sabato alle ore 17 presso la Sala della Repubblica del Teatro Rossini per Oltre la scena la compagnia incontrerà il pubblico.
Informazioni e prevendite: Teatro Rossini 0721 387621, AMAT 071 2072439 e biglietterie circuito vivaticket (anche on line). Inizio spettacoli: giovedì e venerdì ore 21, sabato ore 19, domenica ore 17.