STUPOR CIRCUS 2023
autrice e interprete Clara Storti
aiuto alla creazione Gaia Vimercati
tecnico audio e luci Flavio Cortese
light designer Luca Carbone
direttore di produzione Filippo Malerba
costumista Rosa Mariotti
sound designer Andrea Ferrario
scenografia e attrezzeria Maddalena Oppici e Clara Storti
sguardo esterno Ulisse Romanò e Nadia Milani
Alla base di questo progetto c’è il desiderio di indagare l’universo delle fiabe, di cui non mi interessa la morale e la dimensione retorica o psicoanalitica, ma la semplicità di narrazione e i piccoli segni magici o poetici che queste contengono.
Cerco un’estetica precisa, delicata e surreale espressa in una composizione sintetica di elementi che possano evocare atmosfere oniriche e infantili, per distaccarmi dal verismo e dal reale e lavorare sull’umano e il suo sentire esistenziale – abbandono, ostinazione, speranza – in un contesto non ordinario, con elementi fuori scala e fuori posto. Clara Storti
Un quadrato, tanti piccoli oggetti: un vassoio, una teiera, un prato all’inglese, un comodino. Poi Fritz e Oscar, silenziosi coinquilini in una minuscola casa. Gretel si muove nel suo microcosmo di piccole cose, sbadata e rigorosa, caotica e attentissima a tener vivo l’ordine bizzarro dei suoi oggetti fuori scala e fuori posto. Poi, ad un tratto, la catastrofe. Cosa vuol dire casa? Con l’immediatezza di narrazione della fiaba, Gretel percorre sola i sentieri dell’esistenza, tra circo contemporaneo, danza e manipolazione di oggetti. Un inno alla migrazione, un’ode alla tenacia del sapersi reinventare nonostante tutto. Una riflessione delicata e profonda sul chi va e chi resta, sul resistere sempre. Anche quando tutto crolla.
La suggestione di partenza è Hansel e Gretel, di cui mi interessa sul piano drammaturgico l’essere costretti ad abbandonare il perdersi in un luogo, un percorso rischioso e il tentativo “eroico” e quotidiano di superare il dramma.
Sul piano visivo il segno dei sassolini e del pane, una sorta di coda legata a casa, il filo d’Arianna costruito con semplicità e ingegno e la casa di marzapane come lussuosa meta, quel castello di carta che ti si disfa sotto i piedi, traguardo attraente e chimerico come il Paese dei Balocchi di Pinocchio.
Il cuore del progetto è la commistione, consapevole e articolata, tra corpo e oggetti scenici e la capacità che questa unione ha di costruire immagini metaforiche, inaspettate e poetiche. Gli oggetti vivono al pari del mio corpo e sono in costante dialogo con esso. Gretel è per me l’espressione di un linguaggio ibrido (visivo e fisico) in cui scenografia, universo visivo e circo siano in stretto contatto.
La relazione con gli oggetti è il motore del lavoro fisico, che si sviluppa al fine di trovare una scrittura autentica, dettagliata e assurda della corporeità. Questa ricerca parte da terra per amplificarsi e modificarsi attraverso l’utilizzo della corda aerea e degli equilibri, spostando l’elemento in/con cui si muove il mio corpo e ponendo così chiari limiti e nuove possibilità.
La volontà di lavorare su un solo nasce dall’esigenza di tuffarsi in un percorso creativo che consenta un’estrema libertà di azione e un’ostinata comprensione della propria linea artistica.
Il corpo è il linguaggio primario di questo spettacolo, che riesce a mostrare la potenza evocativa del circo nella sua capacità di astrarre la realtà attraverso metafore visive. In questa direzione, è stata presa la scelta di lavorare con gli equilibri sulla testa, in un’eterna ricerca di un centro, per costruire una figura assurda e delicata. Clara Storti
PESARO_CHAPITEAU (Parco Miralfiore) 11 luglio 2023 ore 21
Biglietti a 12 euro (8 euro ridotto fino a 14 anni, abbonati stagione 22/23) in prevendita QUI.
Info AMAT tel. 0712072439
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