A Pesaro si sono appena conclusi con grande successo e affluenza di pubblico, sold out per le 11 repliche, i giorni di Remote Pesaro, il progetto di Rimini Protokoll pensato su misura per i luoghi della Capitale della cultura 2024, attuato da AMAT per Pesaro 2024 Capitale italiana della cultura – un progetto di Comune di Pesaro, MiC e Regione Marche con Fondazione Pescheria, special partner Adecco – che si è svolto dal 3 al 16 ottobre.
Il lavoro ha indagato il rapporto tra l’intelligenza artificiale e la prevedibilità umana attraverso un percorso lungo la città (3,5 Km circa) per un vero e proprio viaggio urbano collettivo. Un gruppo di 40 persone è stato coinvolto nell’esperimento di passeggiare per la città indossando un paio di cuffie, guidato da una voce registrata. L’esperienza ha voluto interrogarsi su come vengono prese le decisioni collettive e come agisce l’essere umano quando è guidato da un algoritmo.
«I numeri registrati da Remote – dichiara Andrea Biancani sindaco della città di Pesaro – confermano un coinvolgimento positivo di cittadini e turisti in quello che riteniamo essere stato un esperimento unico nel suo genere, che ho avuto anche modo di provare in prima persona, alla scoperta del rapporto tra uomo e intelligenza artificiale. Un grande evento in grado di coinvolgere la cittadinanza e non solo, che, in modo diretto, ci ha spinti a prendere decisioni e scelte che difendevano ed esaltavano le individualità caratteriali di ogni singolo partecipante, me compreso. Un progetto particolare e originale che in ogni persona ha suscitato emozioni differenti diventando, proprio per questo, irripetibile e unico in ogni sua replica».
«Siamo davvero felici e orgogliosi come AMAT – prosegue il direttore dell’ente Gilberto Santini – per essere riusciti ad attuare questo progetto, che ha incarnato perfettamente il senso più profondo di Pesaro Capitale della Cultura. Aver potuto affiancare una delle compagnie più importanti della scena internazionale in questo anno di preparazione è stato esaltante tanto da non farci sentire la fatica. Remote Pesaro ci ha fatto guardare noi stessi e la città in maniera nuova, lasciando tracce profonde ed echi persistenti».
Ruth Mezzolani di Fondazione Marche Cultura racconta sull’esperienza vissuta: «Remote Pesaro è stata un’esperienza inaspettata: una riflessione collettiva sulla caducità della vita che si presenta ai nostri sensi non come esperienza negativa ma come elemento di unione fra esseri umani e che ci allontana, attraverso le nostre caratteristiche uniche e inaspettate, dall’intelligenza artificiale».