di David Stewart, Glen Ballard, Bruce Joel Rubin
libretto e testi Bruce Joel Rubin
musica e testi Dave Stewart, Glen Ballard
con Mirko Ranù, Giulia Sol, Gloria Enchill, Thomas Santu
e con Giosuè Tortorelli, Luca Gaudiano, Salvatore Maio
Cristina Benedetti, Mitsio Silvia Paladino Florio
regia e scenografia Federico Bellone
regia associata e coreografia Chiara Vecchi
effetti speciali Paolo Carta
ensemble Andrea Di Bella, Clara Maselli, Manuel Mercuri, Carolina Sisto
swing on stage Francesco Alimonti, Martina Peruzz
produzione Show Bees
Penso che quasi tutti nel mondo del teatro abbiano desiderato almeno una volta portare in scena il film Ghost.
La ragione è l’incredibile inventiva della storia e la sua natura spontaneamente un po’ teatrale… avere sul palcoscenico un primo attore che, per esigenze di copione, non possa essere visto dagli altri, ritengo comporti “un certo non so che” di pirandelliano. Inoltre, nonostante si tratti di un musical ad alto tasso di spettacolarità – grazie anche agli innumerevoli effetti speciali, che nel nostro allestimento si avvalgono della collaborazione di Paolo Carta – lo spettacolo in fondo racconta un momento di vita di quattro personaggi coadiuvati da altri attori e un ensemble. Il punto quindi, ancora una volta, è che il soggetto sia estremamente adatto al palcoscenico, e che una storia così intima e violenta sia certamente capace di trasmettere una grande emozione allo spettatore… La chiave di lettura infatti è suggerita, come spesso accade, dal problema che accomuna i personaggi principali: “non si può tornare indietro… le nostre scelte, azioni della vita, creano delle conseguenze spesso irreversibili. E da qui scaturisce il tutto! Una score decisa, pop-rock, a tratti ballabile, frutto di un ex Eurythmics e un premiato autore dell’album di punta per Alanis Morissette (ma senza dimenticare l’iconica “Unchained Melody”), questa volta con un arrangiamento ancora più terreno, per celebrare gli anni ’90 che, oltre a essere il background originale del film, rappresentano molto per gli spettatori di oggi. Le coreografie, sempre fedeli al racconto, con gesti, movimenti, azioni e passi, che descrivono in modo eclettico l’ambiente e la realtà della storia stessa. La scena è di design, vera, con un meccanismo d’invenzione, ma allo stesso tempo funzionale all’intimità della chiave drammaturgica. I costumi riecheggiano il film, ma con un punto di vista quotidiano perché la nostra mente filtra inevitabilmente un ricordo. Le luci dipingono la nostalgia di una New York di vent’anni fa ma che sembra così lontana, forse con un pizzico di acidità. Il suono infine si divide tra servire la prosa nel modo più reale possibile e un mondo “rock” che forse non c’è più se non nelle nostre memorie. L’obiettivo? Far sì che con questo romantico thriller lo spettatore possa stringere la mano della persona che è venuta con lui o lei a teatro, o correre da colui o colei a cui tiene nel profondo, per non perdere l’occasione di dire ancora una volta, o per la prima volta, “ti amo”, e per davvero… perché i treni della vita spesso passano una sola volta, e altrettanto spesso non si può tornare indietro. Federico Bellone
FERMO_TEATRO DELL’AQUILA >> sospeso
Biglietti da 15 a 40 euro in vendita dal 21 ottobre