rielaborazione contemporanea del Ciclo Tebano
da I Sette Contro Tebe di Eschilo dalla Tebaide di Stazio e dall’Antigone di Brecht
con la partecipazione di Alessandra Desideri, Silvia Egidi, Anna Maria Falcioni
Rosanna Fasola, Rosanna Listrani, Irma Marconi Sciarroni, Simonetta Olivieri
Chiarastella Mastrostefano, Micaela Santini, Daniela Santoni
produzione Transfocollect; Vlaamse Gemeenschapscommissie (VGC), Unie der Zorgelozen
con il sostegno di Flanders State of Art e il supporto del GC De Kriekelaar
coach artistico Ruud Gielens dramaturg Geert Opsomer
consulente per il coro Maria Baldovin
si ringraziano Bart Capelle, Michiel Soete, Kristof Van Hoorde
Laboratorio Teatrale Re Nudo, Riccardo Amabili, Fulvio Gramegna
nell’ambito di EPOS. Visioni insolite di uomini, miti ed eroi in collaborazione con Proscenio Teatro
Patrizio Peci fu militante regolare e figura di spicco delle Brigate Rosse tra il 1974 e il 1980, quando venne arrestato a Torino. Poco dopo il suo arresto decise di collaborare con forze dell’ordine e magistratura, divenendo il primo pentito e collaboratore di giustizia nella storia del terrorismo italiano. Le sue deposizioni furono decisive per comprendere la struttura dell’organizzazione terroristica e ne facilitarono lo smantellamento.
Roberto Peci, fratello minore di Patrizio, militò per un breve periodo in gruppi marchigiani di estrema sinistra, senza mai unirsi alla lotta armata. Fu rapito il 10 Giugno 1981 da un commando di brigatisti e, dopo 54 giorni di prigionia, fu ucciso dai terroristi. Si trattò di un atto di vendetta nel contesto della cosiddetta “campagna contro i traditori” lanciata dalle BR guidate da Giovanni Senzani, con l’intento di colpire chi “aveva tradito la rivoluzione” e cooperato con lo Stato Italiano. Questa vicenda rappresenta in maniera esemplare gli anni di piombo, fatti di sogni diventati incubi, di perdite dolorose, tradimenti, omicidi infami, deliri di onnipotenza e lacrime infinite. Quegli anni hanno segnato un’intera generazione, con ferite che non si sono ancora completamente rimarginate. Per chi ha vissuto quel decennio è difficile parlarne con distacco, così come è difficile per l’Italia costruire una memoria nazionale comune di quella fase storica.
Edoardo Ripani è nato nella stessa città dei fratelli Peci, San Benedetto del Tronto, ed è cresciuto nello stesso quartiere di una parte della famiglia Peci. San Benedetto è conosciuta in Italia per i suoi pescatori, il polo industriale del ghiaccio, la sua gloriosa squadra di calcio e per la presenza di un nucleo brigatista considerevole negli anni Settanta.
La tragica vicenda di Patrizio e Roberto Peci è ancora oggi una ferita aperta per tutti i sambenedettesi, una vicenda che ha già in sé tutti gli elementi della tragedia greca. Ne I Sette contro Tebe di Eschilo, che echeggia durante tutta la pièce, il coro è formato dalle “fanciulle tebane”, testimoni della guerra che incendia la loro città. In Fratelli. Qual doglia incombe sulla mia città? questo ruolo di testimonianza è interpretato dal “Coro delle Sambenedettesi”, un coro costituito da donne di San Benedetto del Tronto, testimoni proprio di quella stagione
L’intera impalcatura drammaturgica della performance segue la struttura di un’antica tragedia greca, poiché questa storia è una tragedia italiana contemporanea, in cui si mescolano potere, rapporti familiari e orribili misfatti, come nel “Ciclo Tebano”. Patrizio e Roberto potrebbero essere considerati come due Eteocle e Polinice contemporanei, in una San Benedetto maledetta, Tebe contemporanea. Il “Coro delle Sambenedettesi” porta in scena i corpi e le voci di una città perduta, disgregata dalle tragiche vicende degli anni di piombo. Tuttavia l’aspetto femminile è importante anche per un altro motivo: in tutta la storia dei fratelli Peci le uniche sopravvissute, seppur con il peso di un grande dolore, sono le donne. La madre, le due sorelle, la vedova e la figlia di Roberto. È il destino delle donne di San Benedetto, che per secoli hanno pianto i loro uomini annegati nel mare Adriatico. Fratelli. Qual doglia incombe sulla mia città? è una performance che mescola narrazione, documentario e installazioni pirotecniche. Nello spettacolo interagiscono due linee parallele: una è fatta di parole e documenti che ricostruiscono la storia dei due fratelli; l’altra è composta da immagini e metafore pirotecniche, che riproducono l’atmosfera violenta di quegli anni. Proporre questo spettacolo esattamente 40 anni dopo i tragici eventi dell’estate ‘81 ha un alto valore simbolico, per ricordare Roberto Peci, vittima innocente di un’orribile guerra.
PORTO SAN GIORGIO ROCCA TIEPOLO 7 agosto 2021 ore 21.30
Biglietti euro 10 in prevendita QUI
Biglietteria Rocca Tiepolo 392 4450125 aperta la sera di spettacolo dalle ore 20