Scrittore, drammaturgo, pittore, critico d’arte, poeta, regista, attore, difficile definire in una parola Giovanni Testori, uno dei più importanti intellettuali italiani del Novecento. In occasione del centenario della sua nascita AMAT, i Comuni di Pesaro e Urbino, con il contributo di Regione Marche e MiC, organizzano dal 17 gennaio al 28 febbraio Festival Testori. La scena della parola, una grande manifestazione, patrocinata dall’Associazione Giovanni Testori, per rendere la complessità della sua opera terreno di gioco di una serie di esperimenti e visioni d’artista.
L’inaugurazione mercoledì 17 gennaio, alle ore 21, alla Chiesa dell’Annunziata di Pesaro, è con le potenti parole di Testori, dette da Lucia Ferrati, in dialogo con la pittura dal vivo dell’artista Giuliano Del Sorbo nella performance di paintheatre® intitolata Corpus Christi.
Il tema della Passione e della Crocifissione di Cristo ha fortemente ispirato il pensiero e la produzione artistica di Giovanni Testori. Basti pensare alla sua poesia (le raccolte Ossa mea o Nel tuo sangue), alla sua stessa pittura o alle sue predilezioni nell’ambito delle arti figurative. Le opere di Bacon, di Matisse, di Beckmann, di Hödicke o di Kei Mitsuuchi e di Vittorio Bellini furono oggetto di importanti indagini critiche testoriane.
Ma Testori scelse di pubblicare potenti pensieri e riflessioni sul tema, anche sulla stampa, sottolineando quanto fosse ancora possibile «che arte e fede, che forma e Cristo si trovino indissolubilmente legati nell’immagine e nella parola».
Testori vede nel dramma della morte di Cristo e della sua agonia un simbolo di redenzione, trasmesso attraverso l’arte in modo diretto e dirompente: “Verbum caro factum est”, il Verbo si fa carne, proprio attraverso l’incontro della parola e dell’immagine.
Uno dei suoi articoli più coinvolgenti ed appassionati si intitola Davanti alla croce e fu pubblicato nel “Corriere della Sera” il 6 aprile 1980: “Questo è lo scandalo della croce: e questo ci insegna il corpo di carità e d’amore che da secoli e secoli torna ogni giorno e ogni ora a farsi crocifiggere per noi e a pendere, come un agnello, sui legni della nostra infamia. Ci insegna che proprio quando il dolore e la sofferenza della vita sembrano, come i nostri giorni, spalancarci davanti solo buio, disperazione, paura e morte, se vissuti nella carità per gli altri uomini e nel vero amore per il mondo, comincia a rinascere, dentro e fuori di noi, quasi fosse una piccola, breve foglia, il miracolo della speranza”.
Informazioni e biglietti presso biglietteria Teatro Rossini 0721 387621, circuito AMAT/vivaticket anche online, Chiesa dell’Annunziata 334 3193717, il giorno di spettacolo dalle ore 20.