Alessio Boni è Don Chisciotte e Serra Yılmaz è Sancho Panza nel Don Chisciotte adattato da Francesco Niccolini dal romanzo di Cervantes e diretto da Alessio Boni, Roberto Aldorasi e Marcello Prayer che conclude mercoledì 10 aprile la stagione del Teatro Feronia di San Severino Marche e giovedì 11 aprile quella del Teatro Sanzio di Urbino, promosse dai rispettivi Comuni con l’AMAT.
Il dissolvimento dell’antico mondo e la contraddittorietà del presente come materia di trasformazione parodistico-fantastica attraversano lo spettacolo prodotto da Nuovo Teatro con Fondazione Teatro della Toscana.
“Chi è pazzo? Chi è normale? Forse chi vive nella sua lucida follia – scrive Alessio Boni nelle note allo spettacolo – riesce ancora a compiere atti eroici. Di più: forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici. La lucida follia è quella che ti permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite: quel “so che dobbiamo morire” che spoglia di senso il quotidiano umano, ma che solo ci rende umani. L’animale non sa che dovrà morire: in ogni istante è o vita o morte. L’uomo lo sa ed è, in ogni istante, vita e morte insieme. Emblematico in questo è Amleto, coevo di Don Chisciotte, che si chiede: chi vorrebbe faticare, soffrire, lavorare indegnamente, assistere all’insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se tanto la fine è morire? Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che arricchisce di valore ogni gesto quotidiano. E che, involontariamente, l’ha reso immortale. È forse folle tutto ciò? È meglio vivere a testa bassa, inseriti in un contesto che ci precede e ci forma, in una rete di regole pre-determinate che, a loro volta, ci determinano? Gli uomini che, nel corso dei secoli, hanno osato svincolarsi da questa rete – avvalendosi del sogno, della fantasia, dell’immaginazione – sono stati spesso considerati “pazzi”. Salvo poi venir riabilitati dalla Storia stessa. Dopotutto, sono proprio coloro che sono folli abbastanza da credere nella loro visione del mondo, da andare controcorrente, da ribaltare il tavolo, che meritano di essere ricordati in eterno: tra gli altri, Galileo, Leonardo, Mozart, Che Guevara, Mandela, Madre Teresa, Steve Jobs e, perché no, Don Chisciotte”.
La drammaturgia dello spettacolo è di Alessio Boni, Roberto Aldorasi, Marcello Prayer e Francesco Niccolini. Con Alessio Boni e Serra Yilmaz in scena ci sono Marcello Prayer, Francesco Meoni, Pietro Faiella, Liliana Massari ed Elena Nico.
Per informazioni: Teatro Feronia 0733 634369, Teatro Sanzio 0722 2281. Inizio spettacolo: San Severino Marche ore 20.45, Urbino ore 21.