Uno straordinario cast tutto al femminile composto da Valentina Acca, Verdiana Costanzo, Francesca Farcomeni, Federica Fracassi, Federica Fresco, Ilaria Genatiempo, Viola Marietti, Cristiana Tramparulo diretto da Andrea Baracco dà vita da venerdì 4 a domenica 6 novembre al Teatro della Fortuna di Fano a Otello da William Shakespeare, traduzione e drammaturgia di Letizia Russo, primo appuntamento in abbonamento di FANOTEATRO, stagione della Fondazione Teatro della Fortuna realizzata in collaborazione con AMAT e con il contributo del Comune di Fano, Regione Marche e del MiC.
Con lo spettacolo torna Oltre la scena, incontri con le compagnie ospiti di FANOTEATRO, che ha luogo in teatro sabato 5 novembre alle ore 18.
Con Otello, Shakespeare ha consegnato alla letteratura occidentale uno dei suoi personaggi più archetipici, Iago, e attraverso di lui una riflessione spietata, eppure carica di pietas, sulle debolezze umane e sull’imprevedibile capacità che abbiamo di generare il male e di accoglierlo come insospettabile parte di noi stessi. La potenza del triangolo Otello-Iago-Desdemona sta nella corsa verso la distruzione di sé e degli altri, in un gioco che trasforma l’immaginazione in realtà e la realtà in immaginazione. Io non sono ciò che sono, dichiara Iago nella prima scena del primo atto. Questa definizione che dà di sé non cessa di essere vera se applicata anche agli altri protagonisti della tragedia. La tragedia del Moro di Venezia affonda le proprie radici nella linea d’ombra su cui ognuno di noi cammina come un funambolo in cerca di equilibrio, nella speranza, ma senza la certezza, di non cadere mai.
“Il testo di Otello, con le sue domande abissali sull’ambiguità della natura e delle relazioni umane – afferma il regista Andrea Baracco -, mi accompagna da molti anni. Esiste, poi, nel testo, un altro tema per me cruciale: la riflessione sulla profonda affinità tra ciò che è teatro e ciò che è vita. Caso e realtà sono le due forze che muovono la storia, gli elementi che Iago, raffinato improvvisatore, combina e manipola per realizzare il suo sogno di perdente radicale, di anima votata alla rovina dentro e fuori di sé. Iago conosce il proprio desiderio oscuro, ma costruisce solo nel tempo, e improvvisando, i dettagli del proprio piano, trasformando scena dopo scena un’oscura volontà in una concreta e collettiva discesa agli inferi. Accanto a lui, Otello e Desdemona, complici involontari del suo disegno, e vittime di un caso che li mette crudelmente di fronte alla verità su se stessi. Confrontarsi con Otello nel contemporaneo, poi, significa anche scegliere se fondare la propria riflessione sugli aspetti sociali e di dibattito pubblico che il testo genera nei nostri tempi, o affrontarlo cercandone i principi poetici più profondi, le domande più universali. Per l’amore che ho per questo testo, sento la responsabilità di restituirlo al pubblico come squarcio sull’umano e sulle sue contraddizioni. Da queste considerazioni, ho immaginato a fondazione del progetto un principio di ribaltamento del canone shakespeariano: un cast esclusivamente femminile. Non si tratta di una scelta estetica. Ma poetica: è un inganno, per liberare lo sguardo del pubblico dai pregiudizi sulla storia e i suoi temi e lasciarsi attraversare dalla terribile consapevolezza che chiunque di noi può, un giorno, trovarsi a giocare il ruolo della vittima o del carnefice, se volontà, fragilità e caso si trovano allineati come astri di una costellazione”.
Le scene sono di Marta Crisolini Malatesta, i costumi di Graziella Pepe, le luci di Simone De Angelis, le musiche di Giacomo Vezzani, la produzione dello spettacolo è di Teatro Stabile dell’Umbria con il contributo speciale della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli.
Inizio spettacoli: venerdì e sabato ore 21, domenica ore 17. Info botteghino del teatro 0721 800750.