Comune di Civitanova Marche, Azienda Teatri di Civitanova e AMAT rinnovano l’atteso appuntamento con Civitanova Danza, che festeggia la sua ventottesima edizione dal 25 giugno al 4 agosto al Teatro Rossini. Per il festival dedicato al maestro Enrico Cecchetti – promosso con il sostegno di Regione Marche e MiC – sei appuntamenti con compagnie italiane e internazionali con prime italiane e assolute a conferma dello slogan “Civitanova danza tutto” che accompagna da qualche anno la manifestazione, a testimonianza da un lato all’aspirazione a riunire in sé i rappresentanti del mondo e delle diverse culture, dall’altro alla tensione a una onnicomprensività dello sguardo per i diversi stili e linguaggi con cui la danza si esprime.
L’inaugurazione del festival il 25 giugno è con la prima assoluta di Back to dance di Kataklò Athletic Dance Theatre. Dopo un anno digiuno di spettacoli, palcoscenici e teatri, la più importante compagnia italiana di physical theatre, torna sulle scene inneggiando alla ripartenza. Giulia Staccioli firma uno spettacolo che accosta frammenti differenti, inediti e di repertorio, portabandiera di un messaggio di speranza, un’occasione in cui condividere finalmente il bagaglio di esperienza emotiva maturato negli ultimi mesi. Giocando con l’ironia, con l’energia e con l’intensità proprie dello stile Kataklò, Back to dance dà voce ai desideri e ai bisogni con cui spesso, ultimamente, ci siamo dovuti confrontare: il camminare liberi tra la gente, un abbraccio, delicato o scontroso, purché sia fisico, il ritrovarsi a una festa e scatenarsi senza pensieri. L’atletismo e la poesia che contraddistinguono la compagnia tornano sulle scene ad ammaliare e a diffondere vitalità.
Costruito sulla base di un lavoro della scrittrice francese Chantal Thomas attorno a un’improbabile partita di calcio – terreno di “gioco” e di “danza” – Boys don’t cry, creazione 2018 di Hervé Koubi per sette dei suoi quattordici magnifici danzatori, giunge al Teatro Rossini in prima italiana il 2 luglio. Tra hip-hop e fluidità contemporanea, la coreografia offre uno spunto di riflessione sulla costruzione dell’identità in una società “chiusa”, attraverso momenti di testo parlato combinati allo stile caratteristico della compagnia. Il lavoro gioca sul cliché del giovane uomo che preferisce la danza agli sport tipicamente “maschili” e sulla tensione che questa scelta può causare con la famiglia e con la società. Boys don’t cry è uno sguardo, allo stesso tempo serio e giocoso, sul diventare adulti in una società dove la via predestinata non è quasi mai quella desiderata. Ma in senso più ampio lo spettacolo è anche un messaggio sulla libertà di essere se stessi al di là di ogni condizionamento. La storia della compagnia è legata alla biografia del suo fondatore e coreografo, Hervé Koubi. Di origine algerina, dottore in farmacia e biologo, Koubi ha proseguito la sua formazione come ballerino e coreografo presso la Facoltà di Aix Marsiglia.
Spazio alla danza italiana d’autore il 9 luglio con la prima italiana di Alce di Fabrizio Favale e la compagnia Le Supplici che partendo da una riflessione sull’attuale evento pandemico globale, approfondisce una tematica che da lungo tempo indaga ed è fonte di invenzione di diversi lavori: la presenza animale e il nostro rapporto con essa. Stranamente più prossima a noi, via via che allentiamo la nostra presa sul mondo, la presenza animale si rivela delicata, sottile, evanescente, spettrale, eppure così densa, di suoni, di nuovi sensi dello spazio e del tempo, di nuovi linguaggi, di nuove relazioni fra tutte le creature. Full scholarship all’American Dance Festival, Duke University, USA nel 1990, Fabrizio Favale come danzatore nel 1996 riceve il “premio della critica come miglior ballerino italiano dell’anno” e come coreografo nel 2011 la “Medaglia del Presidente della Repubblica al talento coreografico italiano”. Dal 1991 al 2000 è stato danzatore per la compagnia Virgilio Sieni. Nel 1999 fonda il gruppo Le Supplici con il quale è invitato in numerosi festival internazionali.
Dalla Svizzera giunge a Civitanova Danza il 16 luglio in prima ed esclusiva regionale – in collaborazione con Fuori Programma festival – la Compagnia Linga con Flow, recente creazione che si ispira alla sorprendente performance creata dai movimenti di gruppo degli animali, come i branchi di pesci, gli stormi di uccelli o sciami di insetti. Queste formazioni flessibili e fluide hanno suggerito nuove dinamiche coreografiche basate sulla coscienza collettiva dei movimenti e di questi movimenti nello spazio. Flow segna anche la prima collaborazione della compagnia con Keda, un duetto franco-coreano formato da E’ Joung-Ju e Mathias Delplanque, che ama confrontarsi con i toni ancestrali del geomungo con texture, ritmi e elaborazioni elettroniche contemporanee. Con una partitura musicale composta e suonata dal vivo, gli autori immaginano per i ballerini e per il pubblico una originale e giubilante esperienza cinestetica. Nel 1992, Katarzyna Gdaniec e Marco Cantalupo fondano la Compagnia Linga (simbolo di fertilità nell’Induismo). Il vocabolario coreografico della compagnia ha progressivamente dato vita a un repertorio che sta diventando uno dei più apprezzati in Svizzera e all’estero.
Il 29 luglio il festival ospita un nuovo debutto in prima assoluta con Astor del Balletto di Roma, coreografia di Valerio Longo. La Compagnia del Balletto di Roma inizia un nuovo viaggio tra le suggestioni e le sonorità del tango in occasione del centenario della nascita di Astor Piazzolla (Mar del Plata, 11 marzo 1921), autore e interprete musicale tra i più importanti di questa forma d’arte nata a fine ‘800 nei sobborghi di Buenos Aires. Astor, è un “concerto di danza” in cui le musiche di Piazzolla, arrangiate da Luca Salvadori ed eseguite dal vivo dal bandoneón di Mario Stefano Pietrodarchi, esecutore brillante di fama internazionale, emergono come le vere protagoniste in una nuova armonia artistica danzata. Un soffio, un respiro, quasi una parola, ci sveleranno la fragilità dell’uomo Piazzola, ma anche quella di tutti noi che abbiamo subìto una distanza forzata, una relazionalità dematerializzata, un contatto interrotto, una vita spezzata. In scena, ispirato dalla carismatica presenza del maestro Pietrodarchi e dalle preziose immagini di Carlo Cerri, Valerio Longo porterà otto danzatori del Balletto di Roma a compiere un viaggio trasformativo in cui respiri, abbracci e fusioni saranno al centro di azioni coreografiche intense, astratte e fuse in quel moto ondulatorio magico del bandoneón.
Il festival si avvia alla conclusione il 4 agosto con Love Poems, tre lavori interpretati dai danzatori della MM Contemporary Dance Company, realtà di eccellenza della danza italiana diretta dal coreografo Michele Merola, con una consolidata attività di spettacoli su tutto il territorio nazionale: Duo D’Eden di Maguy Marin, Round trip di Roberto Tedesco in prima assoluta e La metà dell’ombra di Michele Merola. In Duo D’Eden – coreografia e colonna sonora di Maguy Marin – due danzatori della MMCDC interpretano con stile e padronanza un pezzo di rara bellezza, originale, molto difficile e articolato, un brano poetico e intenso. Non c’è vicenda lineare ma ricordi, momenti, immagini, che trasfigurano il dato formale della partitura coreografica in musica, in ciò che sembra essere un’“opera-mosaico” in Round trip, coreografia di Roberto Tedesco su musica di Not Waving. Conclude la serata La metà dell’ombra di Michele Merola su musiche di Johann Sebastian Bach, Geert Hendrix e Senking che mette in scena un viaggio ideale e impalpabile nella sacralità dove gestualità e musica rinviano al rito, ad un mondo arcaico, perduto per sempre.
Vendita biglietti e abbonamenti dal 12 giugno presso Teatro Rossini (0733 812936) tutti i giorni dalle ore 18.30 alle ore 20.30. Biglietti posto unico numerato 15 euro, abbonamenti posto unico numerato 75 euro. Vendita biglietti on line su www.vivaticket.com. Per informazioni: www.tdic.it, www.amatmarche.net, AMAT 071 2072439. Inizio spettacoli ore 21.30.