Klm – Le Supplici
CANTIERE APERTO PER LUTE
Arrivo delle scintille e dei bagliori in ogni cosa
ideazione e coreografia Fabrizio Favale
set, costume e video effects First Rose
danzatori Daniele Bianco, Vincenzo Cappuccio
musica Paul Corley & Sigur Rós
con il contributo di MIBAC, Regione Emilia-Romagna
nell’ambito di CIVITANOVA CASA DELLA DANZA
progetto di residenza ideato e realizzato da AMAT
finanziato da MiBACT e Regione Marche
presso Foresteria Imperatrice Eugenia & Teatro Annibal Caro
Lo spettacolo è proposto nell’ambito del progetto ALASKA residenza di KLm [Kinkaleri / Le Supplici / mk].
Alaska è una zona dell’invenzione, un mondo sconosciuto dove si cercano relazioni tra l’esistente e il non esistente.
Lute è lo scintillare della brace in un antico dialetto italico. Quell’enigmatico scintillare che tanto ipnotizza in geometrie evanescenti. Come se fosse la pulsazione di un codice tanto alieno quanto universale. Come i linguaggi che non comprendiamo ma che ci catturano come in sogno: lo straniero, tutti gli animali, le piante, i minerali. Che ci lascia interdetti e innamorati come se fosse il dire di tutte le cose. È davanti a quelle braci che l’uomo ha iniziato a raccontare storie fantastiche. Quasi che quel luccicare sia la dimora stessa e l’origine del sogno ad occhi aperti, dell’invenzione.
Questo lavoro si spinge in una direzione visiva alterata e sognante. Immerse in uno spazio vuoto e colorato da speciali effetti luce/video, due figure appaiono come esseri non ben identificabili che danzano e costruiscono strani oggetti. L’incertezza permane per tutto il tempo delle loro misteriose azioni: sono creature del sogno o sono animali che sognano? Sono due alieni caduti dal cielo in esplorazione o sono esploratori in Antartico che preparano un campo base? Sono antichi etruschi in festa o sono sguardi di uomini intenti a captare segnali dal cielo? Eppure qualcosa nella loro stessa natura è alterato, come a rivelare mutazioni artificiali: sono interamente umani, ma vestono tute aderenti e trascinano sulle spalle una flora essiccata e misteriosamente colorata da bagni chimici o incroci genetici. La portano sempre con sé come un’imprescindibile estensione piumata del corpo. La loro perpetua e incessante azione lascia intuire una misteriosa attività da api. Qualcosa di esatto, quasi meccanico, traspare nelle loro azioni nel disegnare traiettorie e geometrie spaziali. Danzano in un linguaggio inventato, poliglotta, che attraversa i codici e in definitiva non ne sceglie nessuno. Quasi volesse lanciare nell’etere un messaggio comprensibile a tutti gli animali. O decriptare qualcosa nelle infinite possibilità del dire. Questo lavoro porta lo spettatore nella meditazione di un luogo che non è né qui né là, che arriva nella modalità spettrale con cui arriva la luce di stelle ormai estinte. Inaugura una strada che mescola materiali organici e inorganici, giocando con la morfologia dei danzatori che rilasciano bagliori e scintille. Questo forse è solo il disegno di un piccolo e insensato arabesco. Un enigma che vorremmo dedicare alla memoria di Alan Turing.
Civitanova Marche_Teatro Annibal Caro 06 dicembre
Biglietto cortesia euro 3