di Peter Shaffer
uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
traduzione Ferdinando Bruni
con Ferdinando Bruni
Daniele Fedeli, Valeria Andreanò, Riccardo Buffonini
Matteo de Mojana, Alessandro Lussiana, Ginestra Paladino
Umberto Petranca, Luca Toracca
costumi Antonio Marras
luci Michele Ceglia
suono Gianfranco Turco
assistente ai costumi Elena Rossi
assistente alla regia Giorgia Bolognani
realizzazione costumi Elena Rossi, Alessia Lattanzio, Monica Fedora Colombo, Grazia Ieva
realizzazione scene Marina Conti, Giancarlo Centola, Tommaso Serra
produzione Teatro dell’Elfo
con il contributo di NEXT Laboratorio delle idee
per la Produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo
si ringrazia Corti Giuseppe Tessiture Jacquard e Gianni Gallucci per i tessuti e le calzature
Nella fucina dell’arte la bontà non conta niente
L’autore basa il suo dramma su una storia, o meglio su una leggenda, nota: Antonio Salieri, maturo e affermato musicista, avvelena per invidia il giovane genio Mozart. Al debutto al National Theatre di Londra nel 1979 la pièce ebbe un grande successo, confermato poco dopo a New York, dove ottenne numerosi riconoscimenti (tra cui i Tony Award come miglior spettacolo, miglior regia a Peter Hall e miglior attore a Ian McKellen). Ma ciò che rese universalmente celebre l’opera (e la leggenda su cui si fonda) fu il film di Miloš Forman (alla cui sceneggiatura lavorò anche Shaffer), che quarant’anni fa si aggiudicò otto premi Oscar.
La regia di Bruni/Frongia esalta la forza del testo, che ha il ritmo, la profondità e la tensione di un classico, imprimendogli l’andamento di un capriccio allucinato e sontuoso, un sogno che piano piano assume i contorni perturbanti di un incubo. Ferdinando Bruni è Salieri che, attraversando le età della vita, come un deus ex-machina evoca dal passato i personaggi della ‘sua’ storia. Accanto a lui Daniele Fedeli, l’attore-rivelazione di Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte nel ruolo del giovane irriverente e sboccato Mozart. Antonio Marras firma i costumi e veste gli interpreti con sontuosi abiti di un ‘700 immaginario dagli inserti molto contemporanei. La scena è un salone, trasfigurato dalle proiezioni di una sorta di lanterna magica, nella quale si muovono musicisti, nobili e dignitari della corte di Giuseppe II: Riccardo Buffonini, Matteo de Mojana, Alessandro Lussiana, Ginestra Paladino, Umberto Petranca, Luca Toracca e la giovane Valeria Andreanò, nel ruolo di Constanze, la moglie di Mozart.
Dalle note di regia
La leggenda che Peter Shaffer rielabora nel suo testo forse si basa su voci e pettegolezzi dell’epoca (ma gli storici, in linea di massima, non le accreditano nessun fondamento); più probabilmente nasce da un’invenzione di Puškin che nel suo microdramma Mozart e Salieri ci racconta per la prima volta la favola.
Antonio Salieri è, meritatamente, uno dei più famosi compositori della sua epoca, vive in una posizione di assoluto privilegio, le sue opere sono note e apprezzate, è un artista raffinato, stimato e riconosciuto. Niente e nessuno dovrebbe preoccuparlo. È arrivato a occupare questa invidiabile posizione grazie a un patto fra lui e Dio: devozione in cambio di successo. O almeno questo è quello di cui è convinto. Il primo sintomo di una follia che lo porterà a vedere nel genio di Mozart un tradimento del Creatore nei suoi confronti.
Mozart rappresenta per la sua epoca (e non solo) la modernità. Le sue idee, il suo personaggio, la sua musica sono ancora oggi fonte di meraviglia e studio. Salieri riconosce in Mozart l’unicità del genio. Dio non ha tenuto fede al patto: ora è Amadeus lo strumento che il Creatore usa per far sentire la sua voce sulla terra. E allora che sia guerra fra Antonio Salieri e il suo Dio: il campo di battaglia sarà Mozart. Inizia così un lento e meticoloso lavoro di demolizione delle possibilità di affermazione del giovane Mozart, piano piano, senza mai esporsi, fino all’annientamento, fino alla morte.
Il testo Shaffer inizia a Vienna nel 1823, Antonio Salieri, vecchio, dimenticato e prossimo alla morte, ripercorre la vicenda del suo tragico rapporto con Mozart – Ama-deus, colui che ama Dio e che da Dio è amato – conclusasi con la morte del giovane e geniale compositore trent’anni prima. Peter Shaffer inventa un ‘capriccio’ allucinato e potente, sicuramente non un testo ‘storico’, ma un apologo sull’invidia, con un capovolgimento finale che sposta il senso della leggenda creata da Puskin: è ovvio che Salieri, mediocre anche nella cattiveria, non ha avvelenato Mozart, la sua malvagità non è arrivata fino a questo punto, ma farà qualsiasi cosa perché tutti lo credano, in modo che il suo nome possa essere legato in eterno a quello del salisburghese e che questo delitto non commesso gli conceda l’immortalità.
PESARO _ TEATRO ROSSINI giovedì 29 gennaio 2026 ore 21 | venerdì 30 gennaio 2026 ore 21 | sabato 31 gennaio 2026 ore 19 | domenica 1 febbraio 2026 ore 17
Info su abbonamenti QUI
Biglietti da 8 a 27 euro in prevendita da sabato 4 ottobre 2025
BIGLIETTERIA TEATRO ROSSINI [Piazzale Lazzarini 0721 387621]
aperta dal mercoledì al sabato dalle ore 17 alle ore 19.30
nei giorni di spettacolo feriali aperta con orario 10 – 13 e dalle 17 ad inizio rappresentazione
la domenica di spettacolo aperta con orario 10 – 13 e dalle 16 ad inizio rappresentazione
INFO AMAT 071 2072439 [lunedì – venerdì orario 10 – 16]
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