Il Teatro Gentile di Fabriano domenica 21 gennaio accoglie, nella stagione promossa dal Comune di Fabriano con l’AMAT, con il contributo di Regione Marche e MiC, un grande signore del teatro italiano, Glauco Mauri in Minetti. Ritratto di un artista da vecchio di Thomas Bernhard, spettacolo diretto da Andrea Baracco che arriva in scena al termine di una residenza di riallestimento al Gentile che si conferma luogo accogliente e funzionale per la creazione artistica.
Glauco Mauri dà corpo e voce a Bernhard Minetti, grande attore tedesco del secolo scorso, scopritore del teatro tragicomico e crudele di Thomas Bernhard e interprete di molti dei suoi testi, a cui l’autore ha dedicato la commedia con il suo nome e sottotitolata Ritratto di un artista da vecchio. Vita immaginaria di un guitto ormai vecchio e disilluso che mentre aspetta nella notte di capodanno, in una anonima hall d’albergo di portare in scena per l’ultima volta Re Lear, si abbandona ai ricordi, riflette sulla propria vita, sul suo mestiere d’attore, sugli intriganti meccanismi del teatro, odia la letteratura classica e lancia giudizi spietati su una società sempre più confusa e su un teatro sempre più privo di senso.
“Tutte le volte che ho letto un romanzo – racconta Andrea Baracco -, un racconto, un testo di teatro, o anche soltanto osservato una sua foto, con quella sua figura slanciata e fasciata in un abito nero, Thomas Bernhard, mi ha dato sempre la sensazione di essere qualcuno da cui è meglio stare alla larga. Bernhard è di pessimo umore, mi ritrovo a pensare, è un osso duro, e non fa nulla per nasconderlo. La sua prosa non permette al lettore di “bluffare”. Con altri autori ti puoi distrarre tanto poi recuperi, con Bernhard non lo puoi fare, se l’attenzione ti salta, se per un attimo la pigrizia prende il sopravvento, lui ti volta le spalle e basta. Quello che c’è di sensazionale nella sua scrittura è che i suoi personaggi, non sembrano affatto allontanarsi da questo, anzi sembrano essere l’incarnazione della sensazione di cui dicevo sopra. Tra i più iconici nella drammaturgia della seconda metà del ‘900, non fanno assolutamente nulla per essere amati: il loro prepotente flusso verbale non lascia spazio al dialogo; la vocazione distruttiva nei confronti di ogni cosa o persona li circondi, non può che produrre una feroce e agognata solitudine. In poche parole, non sembra per loro esserci risarcimento possibile davanti alla beffa dell’esistenza. La scena su cui si aprono le pagine o si levano i sipari di Bernhard è quella del day after: l’esplosione è già avvenuta, è ormai lontana: il mondo, intatto solo in apparenza, è scardinato in profondità: follia, gelo, malattia e devastazione; ruota come impazzito seguendo un’orbita indecifrabile e assurda. Il superstite, con facoltà di parola, si pone di fronte a questo caos, a questo perturbamento: tenta di decifrarlo, di contrapporglisi, persegue questo scopo con folle determinazione, pur essendo conscio che porterà soltanto alla dissoluzione fisica e mentale. L’unica possibilità di sopravvivenza sembra essere allora la ricerca della perfezione in campi che fino a poco tempo fa erano il luogo della bellezza, del senso; il teatro, la musica, la letteratura, la filosofia. Ed ecco allora il grande attore Minetti in attesa di recitare per l’ultima, sublime volta, il suo memorabile Lear”.
In scena con Glauco Mauri ci sono gli attori Stefania Micheli, Federico Brugnone, Danilo Capezzani, Francesca Trianni, Pietro Bovi e Giuliano Bruzzese. Lo spettacolo prodotto da Compagnia Mauri Sturno – si avvale delle scene e costumi di Marta Crisolini Malatesta, le musiche di Giacomo Vezzani e Vanja Sturno, le luci di Umile Vainieri.
Informazioni presso biglietteria Teatro Gentile 0732 3644, AMAT 071 2072439 e biglietterie circuito vivaticket (anche on line). Inizio spettacolo ore 17.