di Caterina Ridi
un progetto di Accademia di Belle Arti di Urbino
con il patrocinio del Conservatorio Gioachino Rossini di Pesaro
Comune di Fossombrone
progetto scenico a cura della Scuola di Scenografia
musiche e suoni a cura del Laboratorio di Musica Elettronica Sperimentale [LEMS]
con Piero Lanzellotti, Caterina Ridi [il resto del cast è da definire]
non sono previsti posti a sedere
Durante l’anno Accademico 2020/2021 dentro la tempesta perfetta di un anno scolastico pandemico, chiusi dentro le nostre case abbiamo ideato, una trilogia per cercare di scoprire o di mappare il senso dell’abitare dentro le città insolitamente vuote. La joie de vivre è l’ultimo capitolo di questo vagare per diporto tra strutture e sentimento e artificio. Questo capitolo, si imparadisa dentro l’eccezione barocca della Chiesa di San Filippo che si erge nel cuore del Comune di Fossombrone, con cui la Scuola di Scenografia ha appena inaugurato una collaborazione che speriamo proficua. Dentro il brivido trascendente e fantasmagorico del luogo si vende La joie de vivre. Sostanza poco legale e forse psicotropa che promette miracoli. La joie de vivre, venduta come “gioia” e mostrata come “gioco”.
LA JOIE DE VIVRE-ABSTRACT
di Caterina Ridi
«Un minuto intero di beatitudine! È forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?». Dostoevskij chiudeva così le Notti Bianche. Anche due o tre di momenti di beatitudine, caro Fedor. Anche cinque o sei di momentini, piccolini piccolini.» Saremmo capaci, se ce lo suggerissero, chiedessero sottovoce e in gran segreto, di figurarci, costruire fra le nostre connessioni neuronali un mondo all’interno del quale sia possibile riuscire ad essere felici, per qualche strappo di tempo o per quanto vogliamo, grazie all’assunzione di un farmaco? Di una miscela, di una reazione chimica trasformata in pastiglia, di una sostanza psicotropa priva di controindicazioni e foglietto illustrativo.
Se per pigrizia, tedio, torpore siamo maturati in quella forma di adulti così poco avvezzi alla partecipazione dei giochi di bimbo, sarà sufficiente farsi accogliere fra i teli dello chapiteau del più grande circo del mondo: la Realtà, disseminata di posti a sedere del tutto giusti o del tutto sbagliati. Labile è, là dentro, la differenza. Impalpabile. Si tratta di territorio privo di leggi imperiose e burocrazie nel quale l’assunzione della Joie de vivre conduce esseri umani a trasformarsi in creature dis-umane, extra-ordinarie. Per ciascuno, la declinazione di che cosa significhi
essere altro da sé assumerà le forme più stravaganti. E se indossassi, al mattino, prima la scarpa sinistra invece che la destra? E se riuscissi a godere dell’amore anche solo vivendo nella tensione costante della sua attesa, senza averlo mai abitato?
E se un Dio stravagante,ingoiasse posologie arbitrarie di Joie de vivre e ci rivelasse i segreti che si celano dietro, dentro, a fianco alle sue edificazioni del Creato? Cosa vi permette un istantaneo e benefico allontanamento da chi siete e da ciò che conoscete? Quali sono gli ingredienti della vostra personalissima cura alla gravosità del quotidiano? Sareste capaci, una volta sperimentata la potenza grottesca e provvidenziale della Joie de vivre, di
continuare a respirare ogni mattina, all’alba, prima di iniziare la progettazione ed edificazione di chi voi siate, di non diventarne dipendenti?
O siete, al contrario, soddisfatti di ciò di cui la vostra esistenza dispone al punto di non desiderarne l’assunzione? Neanche per una volta, neanche per la durata di un brivido di anarchica follia? È, poi, follia il desiderare felicità low budget, a bassi prezzi di mercato? O dimostrazione di tutela e cura di sé, amor proprio?
FOSSOMBRONE CHIESA DI SAN FILIPPO_Dal 15 al 17 maggio ore 21
ingresso libero