Nel centenario dalla nascita di Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975), Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024 ricorda il poeta e l’intellettuale con una rassegna che fa dialogare le arti – la poesia, la pittura, la fotografia, la musica, il cinema, il teatro – con la società e la politica del suo e del nostro tempo. Dal 2 maggio al 12 giugno, in programma su iniziativa del Comune di Pesaro un calendario ‘prezioso’ di appuntamenti, IO, PIER PAOLO PASOLINI. Immagini e parole, per celebrare una figura grandissima della cultura italiana. In questo contesto si inserisce l’appuntamento di TeatrOltre, festival multidisciplinare promosso dal Comune di Pesaro con l’AMAT e con il contributo di Regione Marche e MiC, che vede in scena il 2 maggio al Teatro Sperimentale Questo è il tempo in cui attendo la grazia da Pier Paolo Pasolini, drammaturgia e montaggio dei testi di Fabio Condemi e Gabriele Portoghese che ne è il protagonista diretto dallo stesso Condemi.
Il titolo dello spettacolo è tratto da un verso della poesia di Pasolini, Le nuvole s i sprofondano lucide, inserita nella raccolta Dal diario (1945-1947), Salvatore Sciascia, Caltanissetta maggio 1954. Un omaggio a Pier Paolo Pasolini fortemente voluto dal Teatro Verdi, commissionato a due giovani artisti – Fabio Condemi e Gabriele Portoghese – e condiviso con il Teatro di Roma. Questo è il tempo in cui attendo la grazia è una biografia onirica e poetica di Pasolini attraverso le sue sceneggiature. Georges Didi-Huberman nel suo saggio Come le lucciole scrive: «Tutta l’opera letteraria, cinematografica e persino politica di Pasolini sembra attraversata da momenti di eccezione in cui gli esseri umani diventano lucciole – esseri luminescenti, danzanti, erratici, inafferrabili e, come tali resistenti – sotto il nostro sguardo meravigliato». I temi dello sguardo e dell’ecfrasi sono centrali in questo lavoro. Si comincia col bambino che vede il mondo, la luce, la natura, sua mamma per la prima volta (Edipo) e si prosegue con lo sguardo antico e religioso sul mondo del Centauro (Medea) e si arriva fino allo sguardo su un’Italia imbruttita dal nuovo fascismo consumista (la forma della città) passando per la “disperata vitalità” presente ne Il fiore delle Mille e una notte e per la scena de La ricotta nel quale il regista viene intervistato e recita “io sono una forza del passato”. “I termini “vede”, “come visto da”, “vediamo”, “guarda”, “Attraverso gli occhi di…” compaiono molto spesso in tutti i testi scelti – annotano gli autori dello spettacolo – e creano questo filo rosso sul tema del vedere che è molto importante in un periodo nel quale la capacità di guardare le cose si è atrofizzata. Per questo motivo il materiale letterario che abbiamo scelto è tratto dalle sceneggiature: sfogliando una sceneggiatura di Pasolini entriamo immediatamente nella sua officina poetica e in quelle “folgorazioni figurative” per i pittori medievali e manieristi studiati sotto la guida di Roberto Longhi. Quello che ci interessa esplorare non è il suo cinema (cioè il prodotto definitivo delle sceneggiature) ma il suo sguardo, uno sguardo che ci riguarda, sempre”.
La drammaturgia dell’immagine è di Fabio Cherstich, i filmati sono di Igor Renzetti, Fabio Condemi, la produzione del Centro di Produzione Teatrale La Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello, Teatro di Roma -Teatro Nazionale, Teatro Comunale Giuseppe Verdi – Pordenone.
Informazioni e biglietteria: Teatro Sperimentale 0721 387548, biglietteria circuito AMAT / vivaticket, anche on line. Inizio spettacolo ore 21.