Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici Mine vaganti, pluripremiato con 2 David di Donatello, 5 Nastri D’Argento, 4 Globi D’Oro, Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York e Ciak D’Oro come Miglior Film, che giunge il 27 e 28 aprile al Teatro Rossini di Civitanova Marche e dal 29 aprile al 1 maggio al Teatro della Fortuna di Fano nelle stagioni promosse dai rispettivi Comuni con l’AMAT, l’Azienda Teatri di Civitanova, la Fondazione Teatro della Fortuna di Fano e con il contributo della Regione Marche e del MiC.
Sul palcoscenico a dare vita alla commedia una nutrita compagnia di attori composta da Francesco Pannofino, Iaia Forte, Erasmo Genzini, Carmine Recano con Simona Marchini e Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Francesco Maggi, Luca Pantini, Edoardo Purgatori.
“Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico? – si interroga Ferzan Ozpetek nelle note allo spettacolo – Questa è stata la prima domanda che mi sono posto, e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare Mine vaganti. Oggi quella prospettiva si realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola. Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento. L’ambientazione pure cambia. Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Le emozioni dei primi piani hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole; i tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti con uno spettacolino per poter marcare, facendone perfino una caricatura, quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla gente secondo le modalità mediate dallo schermo. Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente. A questo proposito, ho tratto spunto da personali esperienze. A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare. Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene. Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce.
Le scene dello spettacolo sono di Luigi Ferrigno, Alessandro Lai, Pasquale Mari, la produzione di Nuovo Teatro diretto da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana.
Per informazioni: AMAT 071 2072439 e biglietterie circuito www.vivaticket.com, biglietteria dei Teatri Civitanova 0733 812936, botteghino del Teatro della Fortuna 0721 800750.
Inizio spettacoli: Civitanova Marche ore 21.15, Fano venerdì e sabato ore 21, domenica ore 17.