Un nuovo viaggio tra le suggestioni e le sonorità del tango in occasione del centenario della nascita di Astor Piazzolla (Mar del Plata, 11 marzo 1921), autore e interprete musicale tra i più importanti di questa forma d’arte nata a fine ‘800 nei sobborghi di Buenos Aires, è quello che propone il Balletto di Roma in Astor. Un secolo di tango, coreografia di Valerio Longo in scena venerdì 8 aprile al Teatro Sanzio di Urbino, il 9 e 10 aprile al Ventidio Basso di Ascoli Piceno nelle stagioni promosse dai rispettivi Comuni con l’AMAT.
Sorto dall’esigenza di comunicare tra culture, lingue e tradizioni diverse, il tango ci ricorda chi siamo, da dove veniamo e qual è stato il percorso che ha indissolubilmente unito umanità distanti in un comune “non luogo”, oltrepassando oceani e confini. Proprio il mare è il fil rouge che unisce o separa nuovi mondi e speranze: uno spazio immenso da attraversare dove si rischia di perdersi; vortice di riflussi e moto ondulatorio che scandisce il ritmo di partenze e ritorni. Astor è un “concerto di danza” in cui le musiche di Piazzolla, arrangiate da Luca Salvadori ed eseguite dal vivo dal bandoneón di Mario Stefano Pietrodarchi, esecutore brillante di fama internazionale, emergono come le vere protagoniste in una nuova armonia artistica danzata. Un soffio, un respiro, quasi una parola, ci svelano la fragilità dell’uomo Piazzolla, ma anche quella di tutti noi che abbiamo subìto oggi una distanza forzata, una relazionalità dematerializzata, un contatto interrotto, una vita spezzata. In scena, ispirato dalla carismatica presenza del maestro Pietrodarchi e dalle preziose immagini di Carlo Cerri, Valerio Longo porta otto danzatori del Balletto di Roma a compiere un viaggio trasformativo in cui respiri, abbracci e fusioni sono al centro di azioni coreografiche intense, astratte e fuse in quel moto ondulatorio magico del bandoneón. La parola-chiave è “coraggio”: quello declamato dai testi immortali di Jorge Luis Borges nei suoi tanghi e milonghe, così come quello dello stesso Piazzolla, che ha rotto gli schemi della musicalità del “tango viejo” per arrivare al “nuevo tango” che tanto lo ha reso celebre nel mondo. A curare tutti gli elementi compositivi di quest’opera/concerto è la maestria e l’esperienza di Carlos Branca, regista argentino di spicco sulla scena internazionale e profondo conoscitore dell’uomo Piazzolla. Astor rievoca i sentimenti degli odierni viaggiatori del mondo, l’umanità intera, andando oltre la purezza tecnica e rituale del tango, per rafforzarne energie, desideri e palpitazioni tutte contemporanee. Un concerto da cui fioriscono corpi capaci di esprimere l’audacia di un respiro mancato e quella di un abbraccio negato: primo atto d’amore dopo una violenza che tutto ha spazzato via, tranne la voglia di stringersi e ritrovarsi.
I danzatori del Balletto di Roma sono Paolo Barbonaglia, Cecilia Borghese, Roberta De Simone, Alessio Di Traglia, Serena Marchese, Francesco Moro, Lorenzo Petri, Giulia Strambini. Il concept dello spettacolo è di Luciano Carratoni, la regia di Carlos Branca, i costumi di Silvia Califano. La produzione è del Balletto di Roma, direzione artistica Francesca Magnini, con il contributo di Regione Lazio, Ministero della Cultura e con il patrocinio di Ambasciata della Repubblica Argentina.
Per informazioni: Urbino 0722 2281, Ascoli Piceno 0736 298770, AMAT / biglietterie circuito vivaticket, anche on line. inizio spettacolo: Urbino ore 21, Ascoli Piceno sabato ore 20.30, domenica ore 17.30.