Sabato 15 e domenica 16 gennaio si apre il sipario sulla stagione 2022 del Teatro dell’Aquila di Fermo realizzata su iniziativa del Comune di Fermo e dell’AMAT. Inaugura il cartellone Re Lear, la più titanica tragedia di Shakespeare, dramma dell’amore padri-figli e della follia, nella traduzione di Letizia Russo con Glauco Mauri e Roberto Sturno per la regia di Andrea Baracco, spettacolo che arriva in scena a Fermo dopo le repliche al Teatro Pergolesi di Jesi del 12 e 13 gennaio.
Glauco Mauri nella sua lunga carriera artistica ha dato vita a 24 personaggi shakespeariani e affronta per la terza volta Re Lear, la prima volta nel 1984 e la seconda nel 1999 con la sua regia, per un totale di 500 repliche. Roberto Sturno è il conte di Gloucester, al fianco di Mauri anche nelle due passate edizioni nel ruolo del Matto.
“Non ho mai smesso di credere che bisogna sempre mettersi in discussione – afferma Glauco Mauri -, accettare il rischio pur di far sbocciare idee nuove per meglio comprendere quel meraviglioso mondo della poesia che è il teatro. Ed eccomi qui per la terza volta, alla mia veneranda età, impersonare Lear. Perché? Mi sono sempre sentito non all’altezza ad interpretare quel sublime crogiolo di umanità che è il personaggio di Lear. In questa mia difficile impresa mi accompagna la convinzione che per tentare di interpretare Lear non servono tanto le eventuali doti tecniche maturate nel tempo quanto la grande ricchezza umana che gli anni mi hanno regalato nel loro, a volte faticoso, cammino. Spero solo che quel luogo magico che è il palcoscenico possa venire in soccorso ai nostri limiti. Cosa c’è di più poeticamente coerente di un palcoscenico per raccontare la vita? E nel Re Lear è la vita stessa che per raccontarsi ha bisogno di farsi teatro”.
“Quello che mi ha sempre colpito di questa tragedia – prosegue Andrea Baracco -, che è una delle più nere e per certi versi enigmatiche tra quelle dell’autore inglese, è che sotto quel nero sembra splendere qualcosa di incredibilmente luminoso e proprio questa luce sepolta dall’ombra la rende così affascinante. Padri indegni e figli inetti, padri indegni che hanno generato figli inetti, le madri assenti, estromesse dal dramma, parafrasando Amleto, qui la fragilità è tutta e solo maschile. Nessuno dei personaggi è in grado di regnare, di assumersi l’onere del potere, nessuno sembra avere la statura adatta, nessuna testa ha la dimensione giusta per la corona, chi per eccesso, vedi Lear, chi per difetto vedi tutti gli altri. Solo giganti o nani in questo universo dipinto da Shakespeare. I tormenti di Lear, di Gloucester, i turbamenti di Edgar, i desideri di Edmund, i tremori e i terrori delle tre figlie del Re, Cordelia, Goneril e Regan, attraggono da sempre perché la complessità e in alcuni casi la violenza che produce il conflitto generazionale è per forza di cose universale”.
La riduzione e l’adattamento sono curati da Andrea Baracco e Glauco Mauri. In scena completano il cast Marco Blanchi, Dario Cantarelli, Melania Genna, Linda Gennari, Francesco Martucci, Laurence Mazzoni, Woody Neri, Giulio Petushi, Emilia Scarpati Fanetti, Francesco Sferrazza Papa, le scene e i costumi sono di Marta Crisolini Malatesta, le musiche di Giacomo Vezzani, Vanja Sturno, le luci di Umile Vainieri, la produzione di Compagnia Mauri Sturno, Fondazione Teatro della Toscana.
Per informazioni: biglietteria Teatro dell’Aquila 0734 284295. Inizio spettacolo sabato ore 21, domenica ore 17.