TeatrOltre, il più grande palcoscenico italiano per le più importanti esperienze dei linguaggi contemporanei, un festival all’insegna della multidisciplinarietà promosso dall’AMAT con i Comuni del territorio, il contributo di Regione Marche e MiBACT, inaugura la sezione dedicata al teatro venerdì 17 gennaio al Teatro Sperimentale di Pesaro con La classe di Fabiana Iacozzilli, spettacolo pluripremiato, vincitore miglior progetto sonoro ai Premi UBU 2019 e nomination per miglior spettacolo di teatro, migliore regia, miglior scenografia, vincitore Premio della critica ANCT 2019 e in-Box 2019.
La classe è un docupuppets con pupazzi e uomini, uno spettacolo intriso di verità, un toccante, inquietante e divertente, immersione in un mondo di burattini che sembrano prendere vita, il cui sguardo sembra modificarsi, in cui le paure dell’infanzia vengono a galla, si fanno vive e tangibili.
La classe è un rito collettivo, in bilico tra La Classe morta di Tadeusz Kantor e I cannibali di George Tabori, in cui gli adulti, interpretati da pupazzi, rileggono i ricordi di un’infanzia vissuta nella paura di buscarle. Una storia che Fabiana Iacozzilli fa nascere dai ricordi delle scuole elementari all’istituto “Suore di carità” e in particolare da quelli legati alla sua maestra, Suor Lidia. Questi ricordi/pezzi di legno si muovono senza pathos su tavolacci che rimandano a banchi di scuola, ma anche a tavoli da macello o a tavoli operatori di qualche esperimento che fu. Tutto intorno, silenzio. Solo rumori di matite che scrivono e compagni che respirano. I genitori sono solamente disegnati su un cadavere di lavagna ma poi ben presto cancellati. Nel silenzio dei loro passi, questi corpicini di legno si muovono nel mondo terrorizzante di Suor Lidia, unica presenza in carne ed ossa che sfugge alla vista di pupazzi e spettatori. In questa ricerca di pezzi di memorie andate emerge il ricordo in cui Suor Lidia affida a Fabiana la regia di una piccola scena per una recita scolastica decidendo, forse, insieme a lei, la vocazione della sua alunna.
Lo spettacolo procede sul filo della rievocazione e della documentazione: si ascoltano voci fuori campo, interviste fatte dalla regista a quelli che si presumono essere ex compagni di scuola. Ricordano, ridono, stigmatizzano, elaborano o provano ancora a elaborare i traumi subiti nell’infanzia. In scena, intanto, si evocano e rivivono momenti topici della giornata in classe: i compiti, i pensierini, oppure la ricreazione. Lo spazio viene agito da attori che manipolano con destrezza un pupazzesco personaggio, potenziale alter ego di Fabiana Iacozzilli, i suoi genitori e i compagni di classe, altri pupazzi. Il fantasma dei ricordi di Fabiana, che ha influito sulla sua inflessibilità in ambito professionale e sulla sua vocazione di regista. Difficile prendere le distanze da questo spettacolo. Ci riporta indietro nel tempo, ai perché delle nostre insicurezze, che spesso sono all’origine di un’infaticabile tenacia. La forma drammaturgica e il disegno luci, che avvolge personaggi e oggetti dentro bagliori di flebile intensità, riproducono l’affastellarsi di ricordi. Una memoria frammentaria, intercalata da rumori, mugugni, e, naturalmente, dal traumatico suono della campanella, grazie al notevole lavoro di Hubert Westkemper sull’ambiente sonoro.
La classe è uno spettacolo di Fabiana Iacozzilli / CrAnPi. Per informazioni: Teatro Rossini 0721 387621, Teatro Sperimentale 0721 387548. Inizio spettacolo ore 21.