Venerdì 6 dicembre al Teatro Annibal Caro di Civitanova Marche con Cantiere aperto per Lute. Arrivo delle scintille e dei bagliori in ogni cosa di Le Supplici, ideazione e coreografia di Fabrizio Favale volge al termine il progetto di residenze Civitanova Casa della Danza, ideato e realizzato da AMAT con il Comune di Civitanova Marche presso le strutture della città alta – Foresteria Imperatrice Eugenia e Teatro Annibal Caro -, finanziato dal MiBACT e dalla Regione Marche con l’obiettivo di operare sul territorio un percorso di avvicinamento all’arte coreutica e allo stesso tempo di sostenere alcuni artisti nella loro ricerca creativa. Spazi di creazione artistica e di programmazione di spettacolo che operano in uno stretto legame con la comunità di riferimento: questo racchiudono le “residenze artistiche” ospitate a Civitanova Marche, la città marchigiana che conferma la sua vocazione di centro della danza aperta alle esperienze più innovative della scena. La formula del Cantiere aperto permette al pubblico di vedere non tanto uno spettacolo nella sua forma definitiva ma i materiali che portano alla sua realizzazione e prendere parte alla fase affascinante della sua genesi.
Lute è lo scintillare della brace in un antico dialetto italico. Quell’enigmatico scintillare che tanto ipnotizza in geometrie evanescenti. Come se fosse la pulsazione di un codice tanto alieno quanto universale. Come i linguaggi che non comprendiamo ma che ci catturano come in sogno: lo straniero, tutti gli animali, le piante, i minerali. Che ci lascia interdetti e innamorati come se fosse il dire di tutte le cose. È davanti a quelle braci che l’uomo ha iniziato a raccontare storie fantastiche. Quasi che quel luccicare sia la dimora stessa e l’origine del sogno ad occhi aperti, dell’invenzione.
Questo lavoro si spinge in una direzione visiva alterata e sognante. Immerse in uno spazio vuoto e colorato da speciali effetti luce/video, due figure appaiono come esseri non ben identificabili che danzano e costruiscono strani oggetti. L’incertezza permane per tutto il tempo delle loro misteriose azioni: sono creature del sogno o sono animali che sognano? Sono due alieni caduti dal cielo in esplorazione o sono esploratori in Antartico che preparano un campo base? Sono antichi etruschi in festa o sono sguardi di uomini intenti a captare segnali dal cielo? Eppure qualcosa nella loro stessa natura è alterato, come a rivelare mutazioni artificiali. Questo lavoro porta lo spettatore nella meditazione di un luogo che non è né qui né là, che arriva nella modalità spettrale con cui arriva la luce di stelle ormai estinte. Inaugura una strada che mescola materiali organici e inorganici, giocando con la morfologia dei danzatori che rilasciano bagliori e scintille. Questo forse è solo il disegno di un piccolo e insensato arabesco. Un enigma che vorremmo dedicare alla memoria di Alan Turing.
Set, costume e video effects sono di First Rose, in scena i danzatori Daniele Bianco e Vincenzo Cappuccio, musiche Paul Corley & Sigur Rós. Lo spettacolo è proposto nell’ambito del progetto Alaska residenza di KLm (Kinkaleri / Le Supplici / mk).
Inizio ore 21.15. Biglietto cortesia 3 euro presso la biglietteria del Teatro Annibal Caro (0733 892101) dalle ore 18.30 del giorno di spettacolo.