SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 9 ago. 2019 – Due appuntamenti con i grandi romanzi sul mare sullo sfondo, non casuale, di uno dei porti più interessanti delle Marche. Il Molo Turistico del Circolo Nautico Sambenedettese ospita, il 23 e 26 agosto (ingresso libero, inizio ore 21.30), la seconda edizione del “Il mare dentro“, festival di “idee e persone” curato dall’associazione Marca d’Autore e promosso dall’Assessorato ala Cultura del Comune in collaborazione con l’AMAT.
Il primo dei due appuntamenti, venerdì 23 agosto, è con una conversazione teatrale con Valentina Illuminati, Edoardo Ripani e Lucilio Santoni sul capolavoro di Herman Melville “Moby Dick“, mentre il secondo, lunedì 26 agosto è con il reading di Sebastiano Somma, accompagnato dal violino di Riccardo Bonaccini, del “Il vecchio e il mare“, capolavoro di Hernest Hemingway.
Nell’agosto di duecento anni fa, 1819, nasceva Herman Melville, che oggi è universalmente noto per aver scritto un libro capolavoro di tutti i tempi: “Moby Dick”. Simbolo e somma di tutti i mostri che l’immaginazione del mondo occidentale ha posto agli inesplorati limiti della terra. In vita, purtroppo, Melville non ebbe la gratificazione del successo, come è accaduto spesso ai geni, che sono troppo avanti sui tempi per essere riconosciuti dai contemporanei. In Italia il romanzo arriva con la traduzione di Cesare Pavese, nel 1932. A farlo conoscere al grande pubblico, poi, contribuisce enormemente lo splendido film di John Huston del 1956, dove il capitano Ahab è interpretato da Gregory Peck. La conversazione teatrale di, venerdì 23 agosto, è un omaggio al grande romanziere americano.
Alla fine della sua grande carriera di scrittore, Ernest Hemingway rimedita i temi fondamentali di ciò che ha elaborato negli anni, nella cornice simbolica di un’epica individuale e, contemporaneamente, ripercorre i grandi modelli letterari che, come “Moby Dick”, hanno reso celebre la letteratura nordamericana. Il vecchio Santiago sfida le forze incontenibili della natura nella disperata caccia a un enorme pesce spada dei Caraibi, e poi nella lotta, quasi letteralmente a mani nude, contro gli squali che un pezzo alla volta gli strappano la preda, lasciandogli solo il simbolo della vittoria e della riuscita nell’impresa. Forse per la prima volta nella sua vita, mentre ingaggia il corpo a corpo coi suoi nemici acquatici, si scopre coraggioso e fiero. Capisce che si può vincere, anche se dovrà realizzare che nella vittoria si nasconde la sconfitta, eterno dramma dell’essere umano. Il ragazzino Manolin è l’unico essere umano che lo capisce e gli è fedele. Ha imparato il mestiere di pescatore e tutti i segreti dal vecchio, ma è costretto ad abbandonare il suo amico di viaggio, per volere dei genitori, che desiderano peschi su un’altra barca con maggior fortuna. Manolin però è molto affezionato al vecchio e, appena può, se ne prende cura come se fosse un figlio: un figlio che sogna i leoni! Nel rapporto intenso col ragazzino e nel ritrovarsi vincitore triste, Santiago trova la ragione della propria esistenza.